venerdì 20 dicembre 2013

Cielo, mi scade lo yogurth!


Questa sera cena di Natale con la ditta per la quale ho lavorate negli ultimi 14 anni e dalla quale mi sono allontanata in un modo non proprio idilliaco.
Sono felice di questo invito, che tra l'altro - come gli amici di FB ben sanno - ha preceduto di qualche secondo l'e-mail di ammissione al corso per futuri chef che tanto attendevo.
Quindi in qualche modo ci ho visto un segno positivo: l'occasione per lasciarmi alle spalle gli ultimi anni negativi, castranti ed esasperanti e ricordare invece tutte le esperienze costruttive, i successi, i grandi passi fatti.
Voglio essere ottimista e credere davvero che se si sbatte la porta sul muso della negativitá, questa si riaprirá su un futuro all'insegna della positivitá.
E c'è n'è bisogno: io nel mio piccolo un bisogno fortissimo. Voglio affrontare questa nuova avventura con entusiasmo e spirito propositivo e voglio poter riconquistare ciò che ho perso lungo il cammino, quel che di buono mi è caduto dalle mani e deve essere recuperato, medicato e curato per poter tornare a brillare.
Basta eh, che dite?
È che questi trastulli mentali in questo periodo dell'anno ci stanno tutti!
Ma ci sta anche la mia ciambella allo yogurth, che non vuole simboleggiare la leggerezza e l'intento salutista....
Potrei mai in previsione del Natale? No! Lo stomaco va preparato all'ingente carico di calorie che lo attende!
Quindi non fatevi ingannare da termini come ciambella e yogurth, quanto piuttosto lasciatevi tentare dall'idea di piccole pepite di cioccolato bianco e nero che si uniscono nell'impasto, dando vita ad un dolce golosissimo che non ho avuto il coraggio di ricoprire con salse o zucchetto a velo.
Credetemi: it's enough! ;)
Via di ricetta. 
E non ci sono scuse: è di una facilitá e brevità tali che nessuno potrá tirarsi indietro!

200 gr farina setacciata
150 gr yogurth (io ho utilizzato quello magro alla fragola)
3 uova intere
160 gr zucchero
100 ml olio di semi
1 bustina di lievito
1 bustina vanillina
1 pizzico di sale 
Gocce di cioccolato bianco e nero

Setacciare la farina con il lievito e la vanillina.
Nel mixer - o con le fruste - sbattere le uova con lo zucchero fino a farle divenire chiare e spumose (3 minuti!)
Aggiungere ora il pizzico di sale e - alternati - la farina setacciata e l'olio.
Aggiungere all'impasto le gocce e amalgamare manualmente altrimenti le gocce si disintegrano!!!!
Imburrare e infarinare lo stampo (nel mio caso uno classico per ciambellone).
Infornare in forno già caldo a 180 gradi per 35/40 minuti.

Vi avverto: è una malattia!!!!! :D

giovedì 19 dicembre 2013

Polpettone imbacuccato!



Che non si dica che non mi prendo cura delle mie creature!
Il mio polpettone non poteva venire al mondo così, ignudo, quindi l'ho imbacuccato a modo e devo dire che la copertina di pasta brisè homemade è stata un successone.
L'idea in più sarebbe farlo il giorno prima, anche la cottura andrebbe fatta qualche ora prima di servirlo: più si riposa più sará saporito.
Saltando alla ricetta, devo fare una vergognosa ammissione: non ho seguito alcun quantitativo preciso per il ripieno.
Se per la pasta brisè ho rispettato alla virgola le quantitá, con il polpettone mi son lasciata trascinare dall'ispirazione e da quello che offriva il frigo. Di una sola cosa ero certa: doveva esserci la melanzana perchè giá in passato l'accoppiata melanzana+carne di maiale (ricetta delle polpettine al forno) si è rivelata vincente.
Per il resto vi consiglio di far fuori tutti gli avanzi di affettati: la forza del polpettone svuota frigo sta proprio nel fatto che ogni volta sará differente! ;)
Per la cottura ho utilizzato uno stampo da plumcake ben foderato di carta forno.

Per la pasta brisè
150 gr burro freddissimo a cubetti
300 gr farina setacciata
105 ml acqua freddissima

Mettere nel robot burro e farina e creare la cosiddetta "sabbia".
Metto in una ciotola e aggiungo l'acqua freddissima!
Lavorare velocemente e per poco tempo, formare una mattonella, incellophanare e porre in frigo per circa 1 ora.

Per il polpettone
6/7 fette di lonza di maiale (super magra!)
150 gr mollica di pane raffermo (meglio pane rustico)
4/5 fettine di mortadella
3/4 fettine di prosciutto crudo
2 pugni di parmigiano grattugiato
1 melanzana tagliata a fette e passata in forno (o grigliata)
1 uovo intero
3 uova sode
Prezzemolo e timo
1 spicchio di aglio
Sale, pepe

Tritare nel robot il pane, poi aggiungere il prosciutto e la mortadella e tritare ancora.
Mettere in una ciotola e tritare la carne.
Tritare la melanzana.
Unire la carne al composto di pane, quindi il formaggio, gli aromi, l'uovo, la melanzana, l'aglio
spremuto, sale e pepe.
N.B.: Impastare bene: date sfogo a tutta la rabbia repressa, strizzate l'impasto come fosse il collo di chi vi ha fatto ammattire tutto il giorno. É super terapeutico!!!!!!

Mentre l'impasto di carne riposa e si insaporisce stendo la pasta brisè: lo spessore sarà di circa un centimetro.
La stendo sullo stampo in modo che sbordi su tutti i lati.
Riempio con metá composto di carne, posiziono le uova sode una appiccicata all'altra per lungo e ricopro con il restante impasto di carne.
Ripiego la pasta a coprire e sigillo bene tutti i lati, tagliando l'eccedenza.
Con i resti di pasta creo i decori.
Spennello con l'uovo sbattuto la superficie del polpettone, sistemo le decorazioni e spennello anche quelle e inforno per circa 1 ora a 160 gradi.
Lo lascio riposare, quindi lo affetto e prima di sbafarlo lo fotografo perché...... Dai, è troppo bello!
;)

martedì 17 dicembre 2013

Fico il kamut!


Tredici dicembre: compleanno del fratellone ed un'unica idea per il regalo da fare.
Peccato che gli strudel al fico di cui va pazzo e che vendevano solo in autogrill (ma da anni risultano introvabili) sono difficili, se non impossibili da realizzare.
Quindi urgeva una ricetta diversa, ma che riportasse alla mente quei piccoli tesori.
Gira che ti rigira il web mi ha proposto questa ricettina che, guarda caso, veniva realizzata proprio con la farina di kamut.
Non che il festeggiato ne abbia un'esigenza particolare, ma ne avevo una confezione inutilizzata arraffata durante uno dei miei momenti di shopping compulsivo e quindi la ricetta in questione capitava giusta giusta.
Ho atteso l'assaggio ufficiale prima di proporla e, visto che gli apprezzamenti sono stati energici e sinceri, procedo a illustrare!

Dose per circa 10/12 tortine
250 gr farina di kamut
225 gr burro freddo
60 ml acqua fredda
1 uovo intero
1 pizzico di sale
Zucchero di canna
Marmellata di fichi (o fichi freschi)

Setacciare farina e sale, unire il burro creando la cosiddetta "sabbia" , quindi unire l'acqua ben fredda e impastare velocemente.
Lasciare riposare l'impasto avvolto in pellicola per almeno un paio di ore.
Meglio mettere in frigo formando una mattonella piuttosto che una palla perchè così l'impasto si raffredderà meglio e più uniformemente.
Trascorso il tempo di raffreddamento estrarre l'impasto un pezzetto alla volta: essendoci molto burro e risultando il kamut un po' più ostico rispetto alla normale farina, è consigliabile lavorare piccoli pezzi per volta.
Tirare l'impasto e ritagliare dei cerchi del diametro che preferite: io ho utilizzato una formi a per biscotti a forma di fiore.
Posizionare i fondi delle tortine su una placca rivestita di carta forno.
Riempire ora con un cucchiaino di marmellata ai fichi (perfetta quella con i pezzettoni) facendo attenzione a non sporcare il bordo.
Inumidire il bordo e richiudere con un'altro dischetto di pasta.
Riporre in frigo per una decina di minuti quindi spennellare con l'uovo sbattuto, spolverizzare di zucchero di canna e praticare una piccola crocetta con un coltello affilato.
Infornare in forno preriscaldato a 200 gradi per 5 minuti, quindi diminuire a 180 gradi e procedere con la cottura per altri 15 minuti controllando che lo zucchero non scurisca troppo.
La marmellata di fico può ovviamente essere sostituita con qualsiasi marmellata. Si può fare un ripieno molto ricco con fichi secchi o datteri sminuzzati insieme a noci o mandorle.
Insomma sono talmente buone e non stucchevoli che le rifarò sicuramente con un ripieno diverso!

sabato 14 dicembre 2013

Baby it's cold outside!

Ovvero lo spezzatino più buono del mondo!

Spezzatino: tutti lo fanno, tutti lo adorano, tutti ne hanno una propria versione.
Questa mi è stata passata da una ex collega, ex amica, ex conoscente: ipoteticamente se devo vedere il bicchiere mezzo pieno, sarebbe pieno di questo spezzatino buonissimo! ;)
La mia sorellona, a cui ho passato tempo fa la ricetta, lo realizza in pentola a pressione mettendo tutti insieme gli ingredienti, ma io rimango fedele alla versione originale perché ha una marcia in più.
Non da ultimo il vantaggio di questo spezzatino è che quando si fa, solitamente si fa in grande quantitá e quindi l'anima é confortata per almeno tre pasti!!!!
Ecco quindi come procedere:

1 pezzo di manzo possibilmente muscolo o copertina (il pezzo con lo strato di gelatina centrale)
1/2 o 1 cipolla finemente tritata (regolatevi in base alla pezzatura della carne)
2/3 chiodi di garofano
1 dado classico
Brodo (io utilizzo gli scarti della carne con carota, cipolla e sedano)
1/2 bicchiere di vino rosso 
3 cucchiai di passata di pomodoro (o uno di concentrato)
1 pezzetto di burro
1 cucchiaio di farina
Prezzemolo
Aglio
Olio evo

Il segreto sta tutto nei passaggi. Anche il primo secondo me ha un'importanza fondamentale!

Scaldare una larga casseruola e inserire la carne tagliata a pezzi.
Lasciare che si colori un po' dappertutto, quindi prelevarla con un mestolo forato e adagiarla in un piatto.
Eliminare l'acqua che è rimasta nella casseruola.
Versare un filo d'olio in pentola e la cipolla. Far cuocere a fuoco basso perchè deve stufare, non soffriggere.
Rimettere in pentola la carne con un dado intero e lasciar sciogliere qualche minuto.
Ora aggiungere i chiodi di garofano ed il vino.
Una volta evaporato coprire con il brodo e cuocere per 15 minuti.
Aggiungere ora il prezzemolo e l'aglio tritati finemente.
Cuocere per altri 15 minuti.
Aggiungere il pomodoro.
Dopo altri 15 minuti infarinare per bene il pezzo di burroe buttarlo in pentola.
Ora  cuocere per almeno un paio d'ore aggiustando di brodo se asciuga.
Perfetta - ma opzionale - è la cottura a multi-step: cuocio per un'ora poi spengo per un'ora e via così.
Lo spezzatino risulterá succoso e tenero, ideale su un letto di polentina lenta lenta...


martedì 10 dicembre 2013

Ribollita: se non ora quando?


Un toscano doc potrebbe anche insultarmi per la mia versione di ribollita, ma a me a volte piace semplificare e soprattutto non soffrire troppo...
La prima volta che ho sperimentato la ribollita infatti - seguendo la ricetta originalissima - non ho potuto aprire bocca per una settimana!!!!
Quindi per questa versione natalizia (ricordo che baci e abbracci sono d'obbligo quindi ve la suggerisco caldamente) ho eliminato totalmente la presenza di aglio.
Vi assicuro che non se ne avvertirá l'assenza e comunque gli imprescindibili per una vera ribollita sono cavolo nero e cannellini quindi, una volta procurati questi, tutto il resto è a fantasia dello chef! ;)
In realtá più che dare una ricetta vorrei riportare solo alcuni suggerimenti, basati sui miei esperimenti di ribollita:
  • desistete se non vi siete procurati un fondo di prosciutto crudo o, almeno, di cotto affumicato. Al supermercato se ne trovano spesso e sono molto economici. Vi permetterá di non utilizzare alcun tipo di dado o brodo granulare e sarà inoltre super godurioso addentare questi pezzetti sapidi in mezzo al trionfo di verdura!
  • Il trucco di legare gli aromi (rosmarino, salvia e timo) con uno spago al manico della pendola è geniale. In questo modo si possono eliminare o comunque recuperare prima di servire la zuppa.
  • Io non programmo quasi mai i piatti, mi sveglio e seguo ciò che mi suggeriscono cervello e, soprattutto, stomaco... Questo per dire che io uso raramente i fagioli secchi ammollati in acqua la sera prima, optando invece per quelli in barattolo ben scolati e sciacquati.
  • Frullare una parte dei fagioli, anzichè una parte della zuppa quando è quasi pronta, non incide sul sapore, quanto sull'estetica. Quindi quando aggiungete i fagioli, tenetene da parte due pugni in modo da frullarli con un po' di acqua calda e aggiungerli alla zuppa. Doneranno una consistenza vellutata e un colore morbido.
In ordine casuale elenco tutto quello che ho messo io, liberando non poco il frigo da verdurine oramai agonizzanti:
Sedano-carota-scalogno
Porro
Patata
Cavolo nero
Cavolo verza (poco, altrimenti domina su tutto!)
Fagioli cannellini
Pomodori datterini
Biete (surgelate)
Fondo di prosciutto crudo con osso
Rosmarino-timo-salvia
Olio e acqua

P.s.: se avete la fortuna di possedere una casseruola tipo La Croisette o in ghisa sappiate che la ribollita cuocerá meglio, in minor tempo e con un gusto fantastico!

domenica 8 dicembre 2013

Wanna Whoopies???



Di dolcezza si può morire, ma anche d'amarezza quindi meglio suicidarsi con uno Whoopie!
Partendo dal presupposto che trattasi di dolce Made in USA non poteva che essere dolce dolce dolce: io lo trovo una via di mezzo tra un Pan di stelle e un Ringo e direi che l'accoppiata si rivela vincente.
N.b.: Della ricetta che posto scrupolosamente dimezzerei la quantità di zucchero a velo prevista per il ripieno perché oltre che addolcirlo ulteriormente (e non sarebbe necessario) rende la consistenza lievemente sabbiosa...
Degustibus...
Inoltre raccomando molta pazienza e un po' di energia: l'impasto al cioccolato risulta piuttosto solido quindi, a meno di non essere pappa e ciccia con la tasca da pasticcere, non sará facile ne rispettare il diametro dei dischi ne evitare la disuguaglianza estetica.
Ma d'altronde è una peculiarità dei dolci homemade no!?

Ricetta per circa 20 whoopies (40 dischi):
250 gr farina
150 gr zucchero
180 gr burro ammorbidito
1 uovo
80 gr cacao amaro
60 ml latte intero a temperatura ambiente
60 ml panna liquida
1 cucchiaino succo di limone
1 cucchiaino estratto di vaniglia (bustina di vanillina)
8 gr Lievito in polvere per dolci
1 pizzico di sale

Crema tipo marshmallows
180 gr zucchero
60 ml acqua
1 cucchiaino vaniglia
2 albumi d'uovo
80 gr zucchero a velo (ATTENZIONE!!! Suggerisco 30 gr!!!!!)
Pizzico di sale

Per prima cosa realizzare il latticello mescolando panna e succo di limone: se trovate il latticello utilizzate direttamente quello!
Aggiungere alla panna anche la vaniglia.
Mescolare a parte il burro e lo zucchero fino a che diventa cremoso, quindi incorporare l'uovo e quindi la mistura di panna ed il pizzico di sale.
In una ciotola setacciare farina, cacao e lievito insieme, mescolare bene e quindi aggiungere al composto di panna e burro un cucchiaio alla volta, alternandolo al latte.
Il composto risulta piuttosto solido: è ok, ma controllare che sia ben amalgamato.
Porlo in una tasca da pasticcere e formare, su teglia coperta di carta forno, dei dischetti di circa 4/5 cm di diametro.
Cuocere in forno STATICO preriscaldato a 180 gradi per circa 14 minuti e poi porre delicatamente i dischi su una gratella per farli freddare: aiutarsi don una spatola perchè i dischetti ora sono friabili e delicati.
Preparare la crema.
Sciogliere zucchero semolato e acqua in un pentolino: non mescolare, scuotere solo leggermente il pentolino, il calore farà il resto!
Quando comincia a sobbollire, abbassare la fiamma e lasciar cuocere per 5 minuti.
Nel mentre montare a neve ferma gli albumi con il sale e, sempre mescolando energicamente (fondamentale planetaria o almeno frusta elettrica) incorporare a filo lo sciroppo di zucchero bollente.
In questo modo gli albumi subiscono una sorta di "pastorizzazione".
Continuare a frullare fino a che il composto si intiepidisce, quindi unire lo zucchero a velo.
Continuare a mescolare fino a che il composto non risulta liscio e lucido.
Farcire un dischetto con la crema e ricoprirlo con un altro a mo' di panino ;)
Spolverata di zucchero et voilà: carie gratis per tutti!!!!!!!

P.S.: si conservano in scatola ermetica in frigo per una settimana, dieci giorni.




venerdì 6 dicembre 2013

Risotto al verde (embè è Natale...)

Risotto liberamente scopiazzato da ricetta di Max Mariola: successone!


Un risotto consolatorio, con una nota agrumata moooolto rinfrescante!
Ieri - quando l'ho realizzato - non avrei nemmeno avuto bisogno di consolazione, ma tant'é: all'ispirazione non si comanda!
Tra l'altro, da profana che sono, le verdure utilizzate sono rigorosamente surgelate (e ti voglio vedere a trovare pisellini e asparagi verdi freschi) quindi nulla che non possa essere programmato all'ultimo momento.
Pronti? Via!

Per 2 persone:
180 grammi riso Carnaroli (io avevo Arborio ed ho utilizzato quello, ma il Carnaroli secondo me è meglio)
Brodo vegetale (granulare... E daje!)
6 asparagi verdi surgelati
Un pugno di pisellini surgelati
1 cubetto Robiola Osella
Una manciata di parmigiano
Basilico qualche foglia
1 scalogno
Un pizzico di zest di limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco 
Pepe

Prima di ogni altra cosa scongelate piselli e asparagi in microonde. 
Non hai il micro?
Buttali per qualche minuto in poca acqua bollente che conserverai.
Mettere i gambi dei sei asparagi (le punte le teniamo per la decorazione) e i piselli nel frullatore con un filo d'olio, pizzico di sale e l'acqua di bollitura: deve risultare una crema, NON una brodaglia!
Tritare lo scalogno, rosolarlo in un filo d'olio (evitiamo il burro, la robiola é già molto ricca).
Tostare il riso e sfumare con vino bianco e cuocere come al solito irrorando di tanto in tanto con il brodo vegetale.
Nel frattempo mescoliamo la robiola con il parmigiano, il basilico tritato (fresco mi raccomando, altrimenti io rinuncio: quello secco a crudo è penoso) e un pizzico di zest di limone.
A metà cottura del riso unire il frullato di asparagi e piselli e a un minuto dalla fine mantecare con metá del composto di formaggio.
Impiattare decorando con le punte di asparagi, una pallina di composto di robiola (cugina professora come si scrive chenelle????) e una spolverata di zest di limone!

Enjoy it!






giovedì 5 dicembre 2013

Lonza all'arancia in crosta di mandorle!


C'é maiale e maiale: da quando mia sorella mi ha edotto sulla sua versatilitá (lei fa un maiale tonnato che mi ha fatto scordare il vitello) non ho più smesso di amarlo.
È una carne economica, ha pezzi magrissimi e altri meno, è saporita, semplice, insomma è un must.
Io adoro la lonza proprio per la sua magrezza e in questo caso le ho voluto rendere onore con una preparazione semplice ma d'effetto.
Insomma un figurone con un investimento economico e temporale davvero minimo.

Per la marinatura
3 arance (il succo)
Salvia 
Sale e pepe

Per la crosta
Pangrattato
Mandorle (io ho utilizzato quelle intere e con la pellicina)
Prezzemolo
Aglio
Olio


Lasciar marinare il pezzo di lonza per tutta la notte.
Scolarlo, salarlo e peparlo. 
NON buttare la marinata!!!!!!
Nel mixer frullare le mandorle con l'aglio, l'olio, il prezzemolo e il pangrattato.
Con questo impasto viscoso riscoprire la lonza quindi adagiarla in una pirofila e infornarla per circa 1 ora a 180 gradi.
Sfornarla e farla riposare coperta.
Con la marinata creare una salsina aggiungendo un cucchiaio di zucchero e un cucchiaio di farina e farla addensare sul fuoco.
Tagliare delicatamente le fette e servirle con la salsa a parte (è agrodolce) e chips di patate.





mercoledì 4 dicembre 2013

Chickencubes!

Ovvero: come fare di un misero petto di pollo il re del piatto!


Pollo, pollo, perchè sempre tu ho pollo?
Perchè quando tuo marito perde 20 chili e ritorna ad indossare cose "trendy", tu sei eticamente costretta a cucinare light, a non utilizzare troppi grassi, a prediligere le  carni bianche....
E va bene eh, per caritá: io a chili sono sempre a credito quindi.
Però il pollo....
Bisogna impegnarsi per renderlo buono e bello. Ecco soprattutto bello che se no poi le foto vengono uno schifo e allora come si fa?
La bavetta alla bocca parte dallo scatto!
Allora oggi ho inventato i chickencubes: economici, facili, d'effetto!
E light, si amore, sono light.... :(

Petto di pollo
Porro
Pangrattato (o pane raffermo)
Sale
Pepe
Basilico fresco
Paprika dolce (solo per i cubetti rossi)

Per prima cosa il porro va affettato finemente e fatto leggermente caramellare in padella, solo con un filo d'olio.
Mentre si fredda metto nel mixer il pollo, il basilico, il pangrattato, sale e pepe. Trito, ma senza omogeneizzare, mi raccomando!
Non é necessaria l'aggiunta di uovo visto che il pollo ed il porro, che una volta freddo va aggiunto all'impasto, sono molto umidi e quindi fungono da collante.
Dividere l'impasto in due e a una metá aggiungere una considerevole quantitá di paprika dolce.
Formare ora dei cubi, spennellar
Spennellarli con poco olio e infornare a 180 gradi per circa mezz'ora: controllate comunque tagliandone uno perché la cottura dipende dallo spessore dei vostri cubes! :)
Disponeteli nel piatto a scacchiera o a piramide.
D'accompagnamento ho usato una salsa ai mini peperoni, quelli rossi, gialli e arancio, piccolini, che spesso si trovano al supermercato in vassoi giá sigillati.
Visto che avevo il forno acceso li ho infornati per lo stesso tempo di cottura del pollo e li ho poi frullati insieme a qualche pomodoro secco, basilico fresco e un goccio d'acqua per rendere fluida la salsa.
L'abbinamento è stato decisamente gradito...



martedì 3 dicembre 2013

Eclair al caffè...



Quanto fa figo dire "Ho fatto gli eclair al caffè con ghiaccia reale"?
Beh, io un po' figa mi ci sento anche perché non ci speravo di imbroccarla al primo tentativo e invece...
Considerato che per creare queste mini bombe di goduria si devono preparare: pasta sciù (ooooh in francese non mi ricordo come si scrive, pardon), crema per farcitura e glassa avevo i miei bei dubbi.
Perchè chi mi conosce lo sa che parto bene, tutta organizzata con gli ingredienti davanti, pesati, posizionati e pronti-attenti-via!
Il problema nasce sulla lunghezza: perchè ho la smania del risultato, lo voglio vedere subito e allora magari accellero, vado un po' ad occhio, uso metodi anche poco ortodossi... 
Ma se può funzionare nella cucina, nella pasticceria proprio no!
Il primo inciampo si è verificato nel momento in cui si è resa necessaria la malefica tasca da pasticcere: che il cielo benedica chi l'ha inventata, mi mette sempre in difficoltá.
Bisogna prenderci la mano, è vero, ma quei primi siluretti troppo smunti mi restano sullo stomaco!
Poco male: al terzo eclair mi son resa conto che forse dovevo spremere con maggior vigore e fare dei vermetti che assomigliassero più a un pollice che non ad un mignolo.
E quelli sono venuti perfetti.
La crema pasticcera aromatizzata al caffè è andata liscia come l'olio.
Discorso differente per quanto riguarda la glassa: quella classica fatta solo con zucchero a velo e caffè è risultata catastrofica! Un muro di Berlino insomma...
Allora ho ripiegato sulla ghiaccia reale sempre al gusto di caffè e devo dire che, grazie anche alla potenza del mio adorato Kitchenaid,  non poteva esserci scelta più azzeccata.
Morbida, cremosa e soffice, insomma da leccare ciotola, spatola e quant'altro.
Ne ho fatta talmente tanta che ho finito per congelare l'avanzo: ho letto che di fa tranquillamente, quindi voglio testare anch'io il meccanismo.
Mi rimane solo un grande dubbio mentre cerco di guardare altrove ed evirare di ingurgitare un'altra delizia mortale: ma se ho dimezzato le dosi previste per 13 eclair, perchè cavolo ne sono saltati fuori comunque almeno dodici?
Vuoi vedere che ho prodotto mini patisserie senza rendermene conto?!?!?

Per 12 mini eclair (praticamente due bocconi!)
Per l'impasto:
100 ml acqua
50 gr burro
65 grammi farina
2 uova
5 gr zucchero
1pizzico di sale

Sciogliere sul fornello il burro con l'acqua, zucchero e sale.
Togliere dalla fiamma e aggiungere la farina setacciata.
Riportare sul fuoco mescolando fino a che l'impasto si stacca dalla padella (pochi minuti)
Lasciar freddare e poi incorporare energicamente un uovo per volta.
Inserire l'impasto in una tasca e formare su una teglia dei cilindrerei grossi come un pollicione e lunghi circa 10 cm. 
Infornare a 170 gradi per 30/35 minuti in forno ventilato (se statico a 190 per trenta minuti)
Lasciar intiepidire in forno con lo sportello un po' aperto (inserire un cucchiaio di legno)

Le crepe in superficie sono una peculiaritá degli eclair!
Devono essere leggeri e, inserendo uno stecchini, deve uscire asciutto.


Per la crema pasticcera al caffè
250 ml latte intero
25 gr farina
3 tuorli piccoli
75 grammi zucchero
Vaniglia (bacca o estratto, NON aroma please)

Bollire il latte con la vaniglia, sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata e il latte a filo sempre mescolando.
Rimettere sul fuoco, aggiungere 2/3 cucchiai di caffé e continuare a cuocere fino a che la crema si addensa.
Quando é fredda riempire gli eclair.

Per la ghiaccia reale
2 albumi
200 gr zucchero a velo
2 cucchiai di caffè
Qualche goccia di limone

Montare a neve gli albumi con lo zucchero e il limone, quindi aggiungere il caffè.
La ghiaccia è pronta quando è ferma è sollevandola con il cucchiaio "fa le punte"