venerdì 20 dicembre 2013

Cielo, mi scade lo yogurth!


Questa sera cena di Natale con la ditta per la quale ho lavorate negli ultimi 14 anni e dalla quale mi sono allontanata in un modo non proprio idilliaco.
Sono felice di questo invito, che tra l'altro - come gli amici di FB ben sanno - ha preceduto di qualche secondo l'e-mail di ammissione al corso per futuri chef che tanto attendevo.
Quindi in qualche modo ci ho visto un segno positivo: l'occasione per lasciarmi alle spalle gli ultimi anni negativi, castranti ed esasperanti e ricordare invece tutte le esperienze costruttive, i successi, i grandi passi fatti.
Voglio essere ottimista e credere davvero che se si sbatte la porta sul muso della negativitá, questa si riaprirá su un futuro all'insegna della positivitá.
E c'è n'è bisogno: io nel mio piccolo un bisogno fortissimo. Voglio affrontare questa nuova avventura con entusiasmo e spirito propositivo e voglio poter riconquistare ciò che ho perso lungo il cammino, quel che di buono mi è caduto dalle mani e deve essere recuperato, medicato e curato per poter tornare a brillare.
Basta eh, che dite?
È che questi trastulli mentali in questo periodo dell'anno ci stanno tutti!
Ma ci sta anche la mia ciambella allo yogurth, che non vuole simboleggiare la leggerezza e l'intento salutista....
Potrei mai in previsione del Natale? No! Lo stomaco va preparato all'ingente carico di calorie che lo attende!
Quindi non fatevi ingannare da termini come ciambella e yogurth, quanto piuttosto lasciatevi tentare dall'idea di piccole pepite di cioccolato bianco e nero che si uniscono nell'impasto, dando vita ad un dolce golosissimo che non ho avuto il coraggio di ricoprire con salse o zucchetto a velo.
Credetemi: it's enough! ;)
Via di ricetta. 
E non ci sono scuse: è di una facilitá e brevità tali che nessuno potrá tirarsi indietro!

200 gr farina setacciata
150 gr yogurth (io ho utilizzato quello magro alla fragola)
3 uova intere
160 gr zucchero
100 ml olio di semi
1 bustina di lievito
1 bustina vanillina
1 pizzico di sale 
Gocce di cioccolato bianco e nero

Setacciare la farina con il lievito e la vanillina.
Nel mixer - o con le fruste - sbattere le uova con lo zucchero fino a farle divenire chiare e spumose (3 minuti!)
Aggiungere ora il pizzico di sale e - alternati - la farina setacciata e l'olio.
Aggiungere all'impasto le gocce e amalgamare manualmente altrimenti le gocce si disintegrano!!!!
Imburrare e infarinare lo stampo (nel mio caso uno classico per ciambellone).
Infornare in forno già caldo a 180 gradi per 35/40 minuti.

Vi avverto: è una malattia!!!!! :D

giovedì 19 dicembre 2013

Polpettone imbacuccato!



Che non si dica che non mi prendo cura delle mie creature!
Il mio polpettone non poteva venire al mondo così, ignudo, quindi l'ho imbacuccato a modo e devo dire che la copertina di pasta brisè homemade è stata un successone.
L'idea in più sarebbe farlo il giorno prima, anche la cottura andrebbe fatta qualche ora prima di servirlo: più si riposa più sará saporito.
Saltando alla ricetta, devo fare una vergognosa ammissione: non ho seguito alcun quantitativo preciso per il ripieno.
Se per la pasta brisè ho rispettato alla virgola le quantitá, con il polpettone mi son lasciata trascinare dall'ispirazione e da quello che offriva il frigo. Di una sola cosa ero certa: doveva esserci la melanzana perchè giá in passato l'accoppiata melanzana+carne di maiale (ricetta delle polpettine al forno) si è rivelata vincente.
Per il resto vi consiglio di far fuori tutti gli avanzi di affettati: la forza del polpettone svuota frigo sta proprio nel fatto che ogni volta sará differente! ;)
Per la cottura ho utilizzato uno stampo da plumcake ben foderato di carta forno.

Per la pasta brisè
150 gr burro freddissimo a cubetti
300 gr farina setacciata
105 ml acqua freddissima

Mettere nel robot burro e farina e creare la cosiddetta "sabbia".
Metto in una ciotola e aggiungo l'acqua freddissima!
Lavorare velocemente e per poco tempo, formare una mattonella, incellophanare e porre in frigo per circa 1 ora.

Per il polpettone
6/7 fette di lonza di maiale (super magra!)
150 gr mollica di pane raffermo (meglio pane rustico)
4/5 fettine di mortadella
3/4 fettine di prosciutto crudo
2 pugni di parmigiano grattugiato
1 melanzana tagliata a fette e passata in forno (o grigliata)
1 uovo intero
3 uova sode
Prezzemolo e timo
1 spicchio di aglio
Sale, pepe

Tritare nel robot il pane, poi aggiungere il prosciutto e la mortadella e tritare ancora.
Mettere in una ciotola e tritare la carne.
Tritare la melanzana.
Unire la carne al composto di pane, quindi il formaggio, gli aromi, l'uovo, la melanzana, l'aglio
spremuto, sale e pepe.
N.B.: Impastare bene: date sfogo a tutta la rabbia repressa, strizzate l'impasto come fosse il collo di chi vi ha fatto ammattire tutto il giorno. É super terapeutico!!!!!!

Mentre l'impasto di carne riposa e si insaporisce stendo la pasta brisè: lo spessore sarà di circa un centimetro.
La stendo sullo stampo in modo che sbordi su tutti i lati.
Riempio con metá composto di carne, posiziono le uova sode una appiccicata all'altra per lungo e ricopro con il restante impasto di carne.
Ripiego la pasta a coprire e sigillo bene tutti i lati, tagliando l'eccedenza.
Con i resti di pasta creo i decori.
Spennello con l'uovo sbattuto la superficie del polpettone, sistemo le decorazioni e spennello anche quelle e inforno per circa 1 ora a 160 gradi.
Lo lascio riposare, quindi lo affetto e prima di sbafarlo lo fotografo perché...... Dai, è troppo bello!
;)

martedì 17 dicembre 2013

Fico il kamut!


Tredici dicembre: compleanno del fratellone ed un'unica idea per il regalo da fare.
Peccato che gli strudel al fico di cui va pazzo e che vendevano solo in autogrill (ma da anni risultano introvabili) sono difficili, se non impossibili da realizzare.
Quindi urgeva una ricetta diversa, ma che riportasse alla mente quei piccoli tesori.
Gira che ti rigira il web mi ha proposto questa ricettina che, guarda caso, veniva realizzata proprio con la farina di kamut.
Non che il festeggiato ne abbia un'esigenza particolare, ma ne avevo una confezione inutilizzata arraffata durante uno dei miei momenti di shopping compulsivo e quindi la ricetta in questione capitava giusta giusta.
Ho atteso l'assaggio ufficiale prima di proporla e, visto che gli apprezzamenti sono stati energici e sinceri, procedo a illustrare!

Dose per circa 10/12 tortine
250 gr farina di kamut
225 gr burro freddo
60 ml acqua fredda
1 uovo intero
1 pizzico di sale
Zucchero di canna
Marmellata di fichi (o fichi freschi)

Setacciare farina e sale, unire il burro creando la cosiddetta "sabbia" , quindi unire l'acqua ben fredda e impastare velocemente.
Lasciare riposare l'impasto avvolto in pellicola per almeno un paio di ore.
Meglio mettere in frigo formando una mattonella piuttosto che una palla perchè così l'impasto si raffredderà meglio e più uniformemente.
Trascorso il tempo di raffreddamento estrarre l'impasto un pezzetto alla volta: essendoci molto burro e risultando il kamut un po' più ostico rispetto alla normale farina, è consigliabile lavorare piccoli pezzi per volta.
Tirare l'impasto e ritagliare dei cerchi del diametro che preferite: io ho utilizzato una formi a per biscotti a forma di fiore.
Posizionare i fondi delle tortine su una placca rivestita di carta forno.
Riempire ora con un cucchiaino di marmellata ai fichi (perfetta quella con i pezzettoni) facendo attenzione a non sporcare il bordo.
Inumidire il bordo e richiudere con un'altro dischetto di pasta.
Riporre in frigo per una decina di minuti quindi spennellare con l'uovo sbattuto, spolverizzare di zucchero di canna e praticare una piccola crocetta con un coltello affilato.
Infornare in forno preriscaldato a 200 gradi per 5 minuti, quindi diminuire a 180 gradi e procedere con la cottura per altri 15 minuti controllando che lo zucchero non scurisca troppo.
La marmellata di fico può ovviamente essere sostituita con qualsiasi marmellata. Si può fare un ripieno molto ricco con fichi secchi o datteri sminuzzati insieme a noci o mandorle.
Insomma sono talmente buone e non stucchevoli che le rifarò sicuramente con un ripieno diverso!

sabato 14 dicembre 2013

Baby it's cold outside!

Ovvero lo spezzatino più buono del mondo!

Spezzatino: tutti lo fanno, tutti lo adorano, tutti ne hanno una propria versione.
Questa mi è stata passata da una ex collega, ex amica, ex conoscente: ipoteticamente se devo vedere il bicchiere mezzo pieno, sarebbe pieno di questo spezzatino buonissimo! ;)
La mia sorellona, a cui ho passato tempo fa la ricetta, lo realizza in pentola a pressione mettendo tutti insieme gli ingredienti, ma io rimango fedele alla versione originale perché ha una marcia in più.
Non da ultimo il vantaggio di questo spezzatino è che quando si fa, solitamente si fa in grande quantitá e quindi l'anima é confortata per almeno tre pasti!!!!
Ecco quindi come procedere:

1 pezzo di manzo possibilmente muscolo o copertina (il pezzo con lo strato di gelatina centrale)
1/2 o 1 cipolla finemente tritata (regolatevi in base alla pezzatura della carne)
2/3 chiodi di garofano
1 dado classico
Brodo (io utilizzo gli scarti della carne con carota, cipolla e sedano)
1/2 bicchiere di vino rosso 
3 cucchiai di passata di pomodoro (o uno di concentrato)
1 pezzetto di burro
1 cucchiaio di farina
Prezzemolo
Aglio
Olio evo

Il segreto sta tutto nei passaggi. Anche il primo secondo me ha un'importanza fondamentale!

Scaldare una larga casseruola e inserire la carne tagliata a pezzi.
Lasciare che si colori un po' dappertutto, quindi prelevarla con un mestolo forato e adagiarla in un piatto.
Eliminare l'acqua che è rimasta nella casseruola.
Versare un filo d'olio in pentola e la cipolla. Far cuocere a fuoco basso perchè deve stufare, non soffriggere.
Rimettere in pentola la carne con un dado intero e lasciar sciogliere qualche minuto.
Ora aggiungere i chiodi di garofano ed il vino.
Una volta evaporato coprire con il brodo e cuocere per 15 minuti.
Aggiungere ora il prezzemolo e l'aglio tritati finemente.
Cuocere per altri 15 minuti.
Aggiungere il pomodoro.
Dopo altri 15 minuti infarinare per bene il pezzo di burroe buttarlo in pentola.
Ora  cuocere per almeno un paio d'ore aggiustando di brodo se asciuga.
Perfetta - ma opzionale - è la cottura a multi-step: cuocio per un'ora poi spengo per un'ora e via così.
Lo spezzatino risulterá succoso e tenero, ideale su un letto di polentina lenta lenta...


martedì 10 dicembre 2013

Ribollita: se non ora quando?


Un toscano doc potrebbe anche insultarmi per la mia versione di ribollita, ma a me a volte piace semplificare e soprattutto non soffrire troppo...
La prima volta che ho sperimentato la ribollita infatti - seguendo la ricetta originalissima - non ho potuto aprire bocca per una settimana!!!!
Quindi per questa versione natalizia (ricordo che baci e abbracci sono d'obbligo quindi ve la suggerisco caldamente) ho eliminato totalmente la presenza di aglio.
Vi assicuro che non se ne avvertirá l'assenza e comunque gli imprescindibili per una vera ribollita sono cavolo nero e cannellini quindi, una volta procurati questi, tutto il resto è a fantasia dello chef! ;)
In realtá più che dare una ricetta vorrei riportare solo alcuni suggerimenti, basati sui miei esperimenti di ribollita:
  • desistete se non vi siete procurati un fondo di prosciutto crudo o, almeno, di cotto affumicato. Al supermercato se ne trovano spesso e sono molto economici. Vi permetterá di non utilizzare alcun tipo di dado o brodo granulare e sarà inoltre super godurioso addentare questi pezzetti sapidi in mezzo al trionfo di verdura!
  • Il trucco di legare gli aromi (rosmarino, salvia e timo) con uno spago al manico della pendola è geniale. In questo modo si possono eliminare o comunque recuperare prima di servire la zuppa.
  • Io non programmo quasi mai i piatti, mi sveglio e seguo ciò che mi suggeriscono cervello e, soprattutto, stomaco... Questo per dire che io uso raramente i fagioli secchi ammollati in acqua la sera prima, optando invece per quelli in barattolo ben scolati e sciacquati.
  • Frullare una parte dei fagioli, anzichè una parte della zuppa quando è quasi pronta, non incide sul sapore, quanto sull'estetica. Quindi quando aggiungete i fagioli, tenetene da parte due pugni in modo da frullarli con un po' di acqua calda e aggiungerli alla zuppa. Doneranno una consistenza vellutata e un colore morbido.
In ordine casuale elenco tutto quello che ho messo io, liberando non poco il frigo da verdurine oramai agonizzanti:
Sedano-carota-scalogno
Porro
Patata
Cavolo nero
Cavolo verza (poco, altrimenti domina su tutto!)
Fagioli cannellini
Pomodori datterini
Biete (surgelate)
Fondo di prosciutto crudo con osso
Rosmarino-timo-salvia
Olio e acqua

P.s.: se avete la fortuna di possedere una casseruola tipo La Croisette o in ghisa sappiate che la ribollita cuocerá meglio, in minor tempo e con un gusto fantastico!

domenica 8 dicembre 2013

Wanna Whoopies???



Di dolcezza si può morire, ma anche d'amarezza quindi meglio suicidarsi con uno Whoopie!
Partendo dal presupposto che trattasi di dolce Made in USA non poteva che essere dolce dolce dolce: io lo trovo una via di mezzo tra un Pan di stelle e un Ringo e direi che l'accoppiata si rivela vincente.
N.b.: Della ricetta che posto scrupolosamente dimezzerei la quantità di zucchero a velo prevista per il ripieno perché oltre che addolcirlo ulteriormente (e non sarebbe necessario) rende la consistenza lievemente sabbiosa...
Degustibus...
Inoltre raccomando molta pazienza e un po' di energia: l'impasto al cioccolato risulta piuttosto solido quindi, a meno di non essere pappa e ciccia con la tasca da pasticcere, non sará facile ne rispettare il diametro dei dischi ne evitare la disuguaglianza estetica.
Ma d'altronde è una peculiarità dei dolci homemade no!?

Ricetta per circa 20 whoopies (40 dischi):
250 gr farina
150 gr zucchero
180 gr burro ammorbidito
1 uovo
80 gr cacao amaro
60 ml latte intero a temperatura ambiente
60 ml panna liquida
1 cucchiaino succo di limone
1 cucchiaino estratto di vaniglia (bustina di vanillina)
8 gr Lievito in polvere per dolci
1 pizzico di sale

Crema tipo marshmallows
180 gr zucchero
60 ml acqua
1 cucchiaino vaniglia
2 albumi d'uovo
80 gr zucchero a velo (ATTENZIONE!!! Suggerisco 30 gr!!!!!)
Pizzico di sale

Per prima cosa realizzare il latticello mescolando panna e succo di limone: se trovate il latticello utilizzate direttamente quello!
Aggiungere alla panna anche la vaniglia.
Mescolare a parte il burro e lo zucchero fino a che diventa cremoso, quindi incorporare l'uovo e quindi la mistura di panna ed il pizzico di sale.
In una ciotola setacciare farina, cacao e lievito insieme, mescolare bene e quindi aggiungere al composto di panna e burro un cucchiaio alla volta, alternandolo al latte.
Il composto risulta piuttosto solido: è ok, ma controllare che sia ben amalgamato.
Porlo in una tasca da pasticcere e formare, su teglia coperta di carta forno, dei dischetti di circa 4/5 cm di diametro.
Cuocere in forno STATICO preriscaldato a 180 gradi per circa 14 minuti e poi porre delicatamente i dischi su una gratella per farli freddare: aiutarsi don una spatola perchè i dischetti ora sono friabili e delicati.
Preparare la crema.
Sciogliere zucchero semolato e acqua in un pentolino: non mescolare, scuotere solo leggermente il pentolino, il calore farà il resto!
Quando comincia a sobbollire, abbassare la fiamma e lasciar cuocere per 5 minuti.
Nel mentre montare a neve ferma gli albumi con il sale e, sempre mescolando energicamente (fondamentale planetaria o almeno frusta elettrica) incorporare a filo lo sciroppo di zucchero bollente.
In questo modo gli albumi subiscono una sorta di "pastorizzazione".
Continuare a frullare fino a che il composto si intiepidisce, quindi unire lo zucchero a velo.
Continuare a mescolare fino a che il composto non risulta liscio e lucido.
Farcire un dischetto con la crema e ricoprirlo con un altro a mo' di panino ;)
Spolverata di zucchero et voilà: carie gratis per tutti!!!!!!!

P.S.: si conservano in scatola ermetica in frigo per una settimana, dieci giorni.




venerdì 6 dicembre 2013

Risotto al verde (embè è Natale...)

Risotto liberamente scopiazzato da ricetta di Max Mariola: successone!


Un risotto consolatorio, con una nota agrumata moooolto rinfrescante!
Ieri - quando l'ho realizzato - non avrei nemmeno avuto bisogno di consolazione, ma tant'é: all'ispirazione non si comanda!
Tra l'altro, da profana che sono, le verdure utilizzate sono rigorosamente surgelate (e ti voglio vedere a trovare pisellini e asparagi verdi freschi) quindi nulla che non possa essere programmato all'ultimo momento.
Pronti? Via!

Per 2 persone:
180 grammi riso Carnaroli (io avevo Arborio ed ho utilizzato quello, ma il Carnaroli secondo me è meglio)
Brodo vegetale (granulare... E daje!)
6 asparagi verdi surgelati
Un pugno di pisellini surgelati
1 cubetto Robiola Osella
Una manciata di parmigiano
Basilico qualche foglia
1 scalogno
Un pizzico di zest di limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco 
Pepe

Prima di ogni altra cosa scongelate piselli e asparagi in microonde. 
Non hai il micro?
Buttali per qualche minuto in poca acqua bollente che conserverai.
Mettere i gambi dei sei asparagi (le punte le teniamo per la decorazione) e i piselli nel frullatore con un filo d'olio, pizzico di sale e l'acqua di bollitura: deve risultare una crema, NON una brodaglia!
Tritare lo scalogno, rosolarlo in un filo d'olio (evitiamo il burro, la robiola é già molto ricca).
Tostare il riso e sfumare con vino bianco e cuocere come al solito irrorando di tanto in tanto con il brodo vegetale.
Nel frattempo mescoliamo la robiola con il parmigiano, il basilico tritato (fresco mi raccomando, altrimenti io rinuncio: quello secco a crudo è penoso) e un pizzico di zest di limone.
A metà cottura del riso unire il frullato di asparagi e piselli e a un minuto dalla fine mantecare con metá del composto di formaggio.
Impiattare decorando con le punte di asparagi, una pallina di composto di robiola (cugina professora come si scrive chenelle????) e una spolverata di zest di limone!

Enjoy it!






giovedì 5 dicembre 2013

Lonza all'arancia in crosta di mandorle!


C'é maiale e maiale: da quando mia sorella mi ha edotto sulla sua versatilitá (lei fa un maiale tonnato che mi ha fatto scordare il vitello) non ho più smesso di amarlo.
È una carne economica, ha pezzi magrissimi e altri meno, è saporita, semplice, insomma è un must.
Io adoro la lonza proprio per la sua magrezza e in questo caso le ho voluto rendere onore con una preparazione semplice ma d'effetto.
Insomma un figurone con un investimento economico e temporale davvero minimo.

Per la marinatura
3 arance (il succo)
Salvia 
Sale e pepe

Per la crosta
Pangrattato
Mandorle (io ho utilizzato quelle intere e con la pellicina)
Prezzemolo
Aglio
Olio


Lasciar marinare il pezzo di lonza per tutta la notte.
Scolarlo, salarlo e peparlo. 
NON buttare la marinata!!!!!!
Nel mixer frullare le mandorle con l'aglio, l'olio, il prezzemolo e il pangrattato.
Con questo impasto viscoso riscoprire la lonza quindi adagiarla in una pirofila e infornarla per circa 1 ora a 180 gradi.
Sfornarla e farla riposare coperta.
Con la marinata creare una salsina aggiungendo un cucchiaio di zucchero e un cucchiaio di farina e farla addensare sul fuoco.
Tagliare delicatamente le fette e servirle con la salsa a parte (è agrodolce) e chips di patate.





mercoledì 4 dicembre 2013

Chickencubes!

Ovvero: come fare di un misero petto di pollo il re del piatto!


Pollo, pollo, perchè sempre tu ho pollo?
Perchè quando tuo marito perde 20 chili e ritorna ad indossare cose "trendy", tu sei eticamente costretta a cucinare light, a non utilizzare troppi grassi, a prediligere le  carni bianche....
E va bene eh, per caritá: io a chili sono sempre a credito quindi.
Però il pollo....
Bisogna impegnarsi per renderlo buono e bello. Ecco soprattutto bello che se no poi le foto vengono uno schifo e allora come si fa?
La bavetta alla bocca parte dallo scatto!
Allora oggi ho inventato i chickencubes: economici, facili, d'effetto!
E light, si amore, sono light.... :(

Petto di pollo
Porro
Pangrattato (o pane raffermo)
Sale
Pepe
Basilico fresco
Paprika dolce (solo per i cubetti rossi)

Per prima cosa il porro va affettato finemente e fatto leggermente caramellare in padella, solo con un filo d'olio.
Mentre si fredda metto nel mixer il pollo, il basilico, il pangrattato, sale e pepe. Trito, ma senza omogeneizzare, mi raccomando!
Non é necessaria l'aggiunta di uovo visto che il pollo ed il porro, che una volta freddo va aggiunto all'impasto, sono molto umidi e quindi fungono da collante.
Dividere l'impasto in due e a una metá aggiungere una considerevole quantitá di paprika dolce.
Formare ora dei cubi, spennellar
Spennellarli con poco olio e infornare a 180 gradi per circa mezz'ora: controllate comunque tagliandone uno perché la cottura dipende dallo spessore dei vostri cubes! :)
Disponeteli nel piatto a scacchiera o a piramide.
D'accompagnamento ho usato una salsa ai mini peperoni, quelli rossi, gialli e arancio, piccolini, che spesso si trovano al supermercato in vassoi giá sigillati.
Visto che avevo il forno acceso li ho infornati per lo stesso tempo di cottura del pollo e li ho poi frullati insieme a qualche pomodoro secco, basilico fresco e un goccio d'acqua per rendere fluida la salsa.
L'abbinamento è stato decisamente gradito...



martedì 3 dicembre 2013

Eclair al caffè...



Quanto fa figo dire "Ho fatto gli eclair al caffè con ghiaccia reale"?
Beh, io un po' figa mi ci sento anche perché non ci speravo di imbroccarla al primo tentativo e invece...
Considerato che per creare queste mini bombe di goduria si devono preparare: pasta sciù (ooooh in francese non mi ricordo come si scrive, pardon), crema per farcitura e glassa avevo i miei bei dubbi.
Perchè chi mi conosce lo sa che parto bene, tutta organizzata con gli ingredienti davanti, pesati, posizionati e pronti-attenti-via!
Il problema nasce sulla lunghezza: perchè ho la smania del risultato, lo voglio vedere subito e allora magari accellero, vado un po' ad occhio, uso metodi anche poco ortodossi... 
Ma se può funzionare nella cucina, nella pasticceria proprio no!
Il primo inciampo si è verificato nel momento in cui si è resa necessaria la malefica tasca da pasticcere: che il cielo benedica chi l'ha inventata, mi mette sempre in difficoltá.
Bisogna prenderci la mano, è vero, ma quei primi siluretti troppo smunti mi restano sullo stomaco!
Poco male: al terzo eclair mi son resa conto che forse dovevo spremere con maggior vigore e fare dei vermetti che assomigliassero più a un pollice che non ad un mignolo.
E quelli sono venuti perfetti.
La crema pasticcera aromatizzata al caffè è andata liscia come l'olio.
Discorso differente per quanto riguarda la glassa: quella classica fatta solo con zucchero a velo e caffè è risultata catastrofica! Un muro di Berlino insomma...
Allora ho ripiegato sulla ghiaccia reale sempre al gusto di caffè e devo dire che, grazie anche alla potenza del mio adorato Kitchenaid,  non poteva esserci scelta più azzeccata.
Morbida, cremosa e soffice, insomma da leccare ciotola, spatola e quant'altro.
Ne ho fatta talmente tanta che ho finito per congelare l'avanzo: ho letto che di fa tranquillamente, quindi voglio testare anch'io il meccanismo.
Mi rimane solo un grande dubbio mentre cerco di guardare altrove ed evirare di ingurgitare un'altra delizia mortale: ma se ho dimezzato le dosi previste per 13 eclair, perchè cavolo ne sono saltati fuori comunque almeno dodici?
Vuoi vedere che ho prodotto mini patisserie senza rendermene conto?!?!?

Per 12 mini eclair (praticamente due bocconi!)
Per l'impasto:
100 ml acqua
50 gr burro
65 grammi farina
2 uova
5 gr zucchero
1pizzico di sale

Sciogliere sul fornello il burro con l'acqua, zucchero e sale.
Togliere dalla fiamma e aggiungere la farina setacciata.
Riportare sul fuoco mescolando fino a che l'impasto si stacca dalla padella (pochi minuti)
Lasciar freddare e poi incorporare energicamente un uovo per volta.
Inserire l'impasto in una tasca e formare su una teglia dei cilindrerei grossi come un pollicione e lunghi circa 10 cm. 
Infornare a 170 gradi per 30/35 minuti in forno ventilato (se statico a 190 per trenta minuti)
Lasciar intiepidire in forno con lo sportello un po' aperto (inserire un cucchiaio di legno)

Le crepe in superficie sono una peculiaritá degli eclair!
Devono essere leggeri e, inserendo uno stecchini, deve uscire asciutto.


Per la crema pasticcera al caffè
250 ml latte intero
25 gr farina
3 tuorli piccoli
75 grammi zucchero
Vaniglia (bacca o estratto, NON aroma please)

Bollire il latte con la vaniglia, sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata e il latte a filo sempre mescolando.
Rimettere sul fuoco, aggiungere 2/3 cucchiai di caffé e continuare a cuocere fino a che la crema si addensa.
Quando é fredda riempire gli eclair.

Per la ghiaccia reale
2 albumi
200 gr zucchero a velo
2 cucchiai di caffè
Qualche goccia di limone

Montare a neve gli albumi con lo zucchero e il limone, quindi aggiungere il caffè.
La ghiaccia è pronta quando è ferma è sollevandola con il cucchiaio "fa le punte"


lunedì 25 novembre 2013

Xmas tarallini!


A questo punto dell'anno cominciano a notarsi, all'interno dei carrelli al supermercato, quintalate di burro, farina, zucchero a velo e aromi per dolci: il tempo delle mastodontiche infornate di biscotti è arrivato!
Qui nella mia regione poi si fa a gara a chi ne fa di più, nel maggior numero di varianti, più impalpabili, più perfetti, con il packaging più creativo.
Perchè oltre che buoni sono spesso un'idea regalo bella e golosa.
E anche io nel mio piccolo la mia infornatina di omini di pan di zenzero la farò, altrimenti che Natale sarebbe?
Ma da quest'anno inauguro la tradizione dei Xmas tarallini: ci vuol pazienza nel formarli e nel processo di cottura, ma una cosa è certa: fatti in casa sono una droga!
E a me i taralli confezionati non sono mai piaciuti!!!
La Piom Production (Piras/Ometto accoppiata vincente = grazie Michela) ha sfornato tarallini alla cipolla, al mix di pepe e all'erba cipollina.
Al prossimo tentativo ho deciso di tentare anche quelli ai pomodori secchi (al naturale, non sott'olio) e alle olive nere,
Per il momento that's it! 


500 grammi farina 00
125 gr olio evo
200 ml vino bianco secco
15 grammi sale
Aromi a scelta
Mescolare farina e  sale, quindi olio e vino.
Lasciar riposare la pasta al fresco per mezz'ora, aggiungere gli aromi scelti.
Formare dei tarallini della dimensione desiderata quindi tuffarli in acqua in ebollizione fino a che non vengono a galla.
Lasciarli riposare per un minuto su un canovaccio, quindi infornarli per mezz'ora a 200 gradi.
Conservarli in una scatola di latta a chiusura ermetica.

giovedì 21 novembre 2013

Angel's food cake per te...


Oggi è il compleanno del mio papi: se ogni giorno la sua assenza é tangibile, oggi é devastante.
Ma si sarebbe aspettato una torta e sono sicura che, per quanto orgoglioso di me, davanti alla mia Angel's food cake avrebbe obiettato che mancano le noci, manca il caffè o almeno un po' di cioccolato!
Non era certo un seguace delle dieta mio padre, anzi!
Ma tra quantitá e qualitá avrebbe comunque optato per la seconda.
E quindi non dubito che apprezzerebbe il risultato di questa celestiale creazione.
Che mi ha edotto su due cose fondamentali: lo stampo specifico per questa torta è una figata (e non è detto che non finirá prima o poi tra i vari gingilli della mia cucina), ma non indispensabile.
Il malefico e quasi introvabile cremor tartaro sicuramente aiuta la fermezza degli albumi - che deve essere marmorea -, ma non è vitale.
Io l'ho sostituito con un cucchiaino di lievito secco, per l'orrore di chi asserisce che nooooo, non si può, non si fa e non si deve.
Insomma alla fine l'esperimento è riuscito e con estrema soddisfazione!
Con olio di gomito (o meglio di sbattitore elettrico) e una snervante attesa (la torta va tirata fuori dallo stampo con grazia e solo quando si è totalmente freddata) sono riuscita nell'impresa.
Impresa che, seppur buona anche gustata in solitaria, ho pensato di accompagnare con una riduzione di marmellata au fichi: da urloooooooooo di Munch!

200 gr di zucchero
105 gr farina
9/10 albumi di uova piccole
5 gr di cremor tartaro (io ho utilizzato un cucchiaino di lievito secco)


Il segreto segretissimo (oh oh oh) è montare gli albumi a neve fermissima!
Davvero si deve fare la prova di capovolgere la ciotola e se non cadono sono ok.
Se cadono sono ...... Censura!
Solo a quel punto si possono iniziare ad aggiungere poco alla volta la farina, lo zucchero e il lievito (o cremor tartaro) setacciati.
Una cucchiaiata alla volta, mescolando dal basso verso l'alto, senza
 mai smontare la spumositá.


Io ho usato lo stampo per il ciambellone in mancanza del l'apposita tortiera.
ATTENZIONE!!!!! Lo stampo non va imburrato, ne infarito, ne oliato, ne coperto con carta forno!!!!


Forno preriscaldato a 180 gradi per 30/40 minuti (dipende dallo stampo).
L'importante è sfornarla quando la superficie è di un bel color nocciola.
Ed è fondamentale farla riposare capovolta (vedi foto sopra) fino a totale raffreddamento!
Poi con l'aiuto di un coltello o una spatola in silicone va staccata con grazia dai bordi e sformata sul piatto.
Spolverati a di zucchero a velo......


E qui è servita con riduzione di fichi (marmellata disciolta in padella con un poco di acqua) ed un kiwi gentilmente fornito dal mio aiuto chef! :P


martedì 19 novembre 2013

Quel tuorlo di Cracco!


Stamattina levataccia per appuntamento prettamente femminile: parrucchiera!
Meno male che per pranzo mi aspettavano gli avanzi di ieri sera che, accompagnati da una bella porzione di riso basmati aromatizzato al cardamomo, hanno soddisfatto pienamente l'appetito.
Ma nel pomeriggio, nonostante il diluvio incessante e le pessime notizie legate alla terra paterna, mi é tornata l'ispirazione.
Dovevo assecondare il desiderio, oramai di parecchi giorni, di sfornare un dolce particolare...
Ma per questo aspetteremo il prossimo post! ;)
Da quell'infornata sono avanzati parecchi tuorli d'uovo e nella mia ricerca online la prima ricetta trovata per riciclare i tuorli - tralasciando la scontata crema pasticcera - é stata quella del famoso tuorlo fritto dello Chef Cracco.
Ora, lungi da me volermi confrontare - sono sicuramente più zuzzurellona e ho un taglio di capelli più fashion - ma potevo mai resistere alla sfida?
Tra l'altro avevo giá pianificato una cena a base di prosciutto crudo con un mini flan di zucchine: questo tuorlo fritto ci azzeccava alla perfezione!
Via allora: prepariamone 4 che tanto in frittura giá sarà un miracolo se me ne riesce uno...
E invece la maledizione di Cracco non mi ha nemmeno sfiorata: 4 su 4!
Alleluja!
Riuscito alla stragrande pure il flan nella versione light, senza uova.
Very proud of me indeed.. <3


Per il flan di zucchine (3 mini flan):
Mezzo porro
2 zucchine medie
100 grammi di ricotta
Parmigiano grattugiato
Pangrattato
Un cucchiaio di latte
Sale e pepe
Far stufare i porri in un filo di olio, aggiungere le zucchine ed eventualmente addizionare un poco di acqua (evitiamo grassi inutili!)
Salare, pepare e mettere da parte a intiepidire.
Amalgamare il formaggio grattugiato e la ricotta, mezza manciata di pangrattato ed eventuale goccio di latte: il composto deve essere morbido.
Inserire nei piccoli stampi oliati e "impanati".
In forno a bagnomaria a 180 gradi per 40 minuti.


Il malefico tuorlo!
In piccole ciotole (o bicchieri di plastica) creare uno strato di pangrattato, adagiare il tuorlo e ricoprirlo.
Il tuorlo così sistemato deve stare in frigo per circa 4 ore..... 
Balle!
Io l'ho lasciato un'ora ed è venuto perfetto ugualmente!
Scaldare bene l'olio per frittura.
Far scivolare il tuorlo su una schiumaiola e immergerlo (con tutta la schiumaiola) nell'olio.
Appena dora, nemmeno mezzo minuto, sollevarlo, far sgocciolare l'eccesso d'olio e servirlo su insalata o spinacini appena sbollentati.






Che cena gente!





lunedì 18 novembre 2013

Avanzi.... di frigo+freezer!

Ci sono giorni in cui mi sveglio e avrei il desiderio di cucinare solo cose dolci: oggi ero combattuta tra biscotti Pan di stelle e la famosa Angel food cake.
Ma se esci da un week end bomba di carboidrati e zuccheri semplicemente non puoi.
Sarebbe sconsigliabile anche solo pensarle certe cose...
La privazione ti rende - culinariamente parlando - scontrosa.
Ti metteresti sul divano a gambe e braccia incrociate e faresti volentieri lo sciopero dei fornelli!
Poi pensi a quella personcina che tornerá a casa sfatta da una giornata di lavoro da urlo, che oramai confida nei tuoi gastro-esperimenti e non puoi, semplicemente non puoi scioperare cazzeggiando davanti alla tele.
Ma un altro ostacolo si insinua tra te e la spinta che sei pronta a darti per metterti ai fornelli e spignattare: i gradi che furoreggiano fuori dal calduccio domestico.
Pochi, troppo pochi per invogliarti ad uscire dalla tuta da casa per infilarti in macchina e recarti a procacciare prelibate libagioni.
Preciso che sono zona pericolo carboidrati e grassi in generale, in particolar modo la sera, altrimenti potrei tranquillamente sbizzarrirmi con pastasciutte celestiali, risotti da 5 stelle Michelin e fritti misti che manco lo chef giapponese più quotato!
Possibile che il frigo o il freezer non mi vengano in aiuto?
Apro lo sportello, rovisto tra scaffali e cassetti ed eccola l'ispirazione: maiale in agrodolce con verdurine miste accompagnato da purea di cavolfiore.
Che dire: bilancia e palato ringraziano!
Verdure fresche giacenti in frigo in attesa di verdetto:
Cipollotto
Carota
Champignon
Finocchio
Peperone rosso+giallo
Cavolfiore lessato al microonde, ripassato in padella con aglio, sale, pepe e succo di limone.
Frullato con acqua bollente e ridotto quindi in purea.

Taglio la lonza di maiale ancora surgelata (sará più succosa e mi permetterá di evitare l'olio), insieme a qualche gamberone sempre surgelato. 

Condimento: salsa di soia, un goccio d'olio di sesamo, peperoncino secco, succo di limone e un abbondante cucchiaio di miele aromatico (nel mio caso ottima melata)

Verdure salvavita direttamente dal freezer: fagiolini, piselli e carciofi!
Green is good! :)

Salto prima le verdure nel work con un filo di olio, poi le sposto e nel loro sughettino salto il maiale con i gamberi.
Rimetto le verdure e irroro tutto con la salsa facendo saltare allegramente il tutto!

Ohhhhh ahhhhhhhhhh! 







venerdì 15 novembre 2013

Brand new chicken!

È il protagonista dei banchi gastronomici e delle rosticcerie: il pollo arrosto fa sempre gola, tanto più se è un'alternativa al solito, super sano petto di pollo alla griglia.
Ma comperalo tu al bancone quel polletto con la pelle rugosa giá dopo dieci minuti dall'uscita dal forno, oppure quando esce dal sacchetto termico dove si é ciucciato tutta l'umiditá e sembra un pezzo di pelle di daino buono solo per asciugare la carrozzeria dell'auto!!!!
Tralasciamo il fatto che la pelle è peccato e non s'ha da magnà,  fatto sta che almeno vederla la voglio vedere e voglio che sia scrocchiante e tentatrice e che sotto riveli una polpa ben cotta, ma succulenta e goduriosa...
Questa è la mia versione, scopiazzata a piene mani da internet, ma totalmente eseguita da moi!
Devo dire che é stata apprezzata dalle voraci fauci del Mister e della nipotastra in trasferta temporanea a casa nostra.
Non poteva esserci pollo senza la di lui dolce metá ossia la patata: considerato che, oltre al Mister, avevo a cena un'altra adolescente, nulla sarebbe stato più appropriato della classica patata fritta: più veloce della classica variante al forno, più godereccia di quella lessa, meno laboriosa di un puré.
Ma il tempo tiranno mi concedeva al massimo una mezz'ora, quindi ho optato per le chips: veloci nel cuocere, meno grasse, tentatrici.....
Nel cesto dell'umido stamattina fanno capolino i resti dilaniati di quel che fu un ruspante polletto...







Marinare il pollo (io l'ho tagliato giá a pezzi per accellerare) in un buon vino rosso per più tempo possibile. Minimo un'ora.
Preparare un intingolo con olio, paprika (dolce o forte a scelta), aglio, sale, pepe, salvia e rosmarino.
Massaggiare il pollo con l'intingolo, posizionarlo in teglia e versare 1 bicchiere di brodo o acqua sul fondo della teglia.
Infornare per 20 minuti - coperto da stagnola - a 180 gradi.
Togliere la stagnola e far andare per altri 20 minuti.a 200 gradi.
Far formare la crosticina al pollo sotto il grill per 5 minuti.

mercoledì 13 novembre 2013

Le vie dell'amore sono infinite!

Ovvero: ma per mangiare sano, leggero, ma in maniera saporita devo fare un fioretto?
Ma noooooo, a meno che non si intenda la disciplina che prevede l'utilizzo di un affilato spadino!
E oggi nella mia cucina sono riuscita a far sbocciare l'amore, ma quello vero eh, tra un anonimo filetto di merluzzo surgelato e delle verdurine che - se le avessi lasciate ancora in frigo - non vedevano l'ora di fare le valigie e migrare verso luoghi meno avversi!
Merluzzo surgelato: la fine della creativitá, la decadenza del gusto, la disperazione dell'esteta....
Ma non scherziamo proprio: ti faccio il restyling merluzzetto mio e do una chance pure a quella carota moscia che mi guarda languidamente dal cestello delle verdure.
Infine riciclo la mezza arancia avanzata dalla macedonia e yogurth serali (a pranzo leoni, a cena.... Yogurth!) e vediamo che ne salta fuori.
Come contorni opto per un cavolfiore lessato - manco a dirlo - nel microonde, dei friggitelli saltati in padella con un po' di salsa di pomodoro.
Ci son scappati anche due pomodori datterini confit, ma erano superflui davanti a messer Merluzzo incarotato!
Allora, cosa ho schiaffato nel cartoccio??

Un filo, ma che sia filo - tanto non ci serve ai fini della cottura - di olio evo nel cartoccio, sale e mix di pepe.
Faccio uno strato con la julienne di carote, sedano e cipollotto.
Adagio una fetta di arancia, il filetto di merluzzo ancora completamente surgelato, sale e qualche pezzetto di peperoncino secco.
Ricopro con la julienne di verdurine miste, salo, pepo, sigillo bene il cartoccio e schiaffo in forno a 180 gradi in una pirofila per circa 15 minuti.
A questo punto aggiungo nella pirofila dell'acqua bollente fino a coprire a metá della loro altezza i cartocci, stando attenta che l'acqua non possa penetrare in essi.
Praticamente li lascio andare ancora una ventina di minuti a bagnomaria, dopodiché spengo il forno e li lascio li al calduccio fino all'ora della pappatoria!

É il caso di sbirciare nel cartoccio se il filetto é ben cotto, eventualmente lasciarlo andare in forno fino a cottura.
Il filetto non secca perché, avendolo utilizzato ancora surgelato e avendolo cotto per la maggior parte del tempo a bagnomaria, se l'é goduta all'interno del cartoccio immerso nel suo brodetto!
Che dire? Io non amo il merluzzo, mi fa tristezza e non amo nemmeno troppo l'utilizzo degli agrumi nelle preparazioni salate.... É arrivata l'ora di ricredermi, l'ultima foto la dice lunga!




martedì 12 novembre 2013

Solo da imparare, ma...

... Ci sono cose che scopri e ti sembrano geniale e ti fa piacere condividere con gli altri.
Tipo quando ho scoperto che le stecche nei colletti delle camicie da uomo vanno rimosse prima di schiaffarle in lavatrice, altrimenti é normale che si pieghino....
Logico?
Io non ci avevo mai pensato! :P
Ad ogni modo, tornando a bomba, ci sono miliardi di cose che si danno per scontate, ma se uno non ha il coraggio di condividerle - per paura di essere preso in giro o additato come lo scopritore dell'acqua calda - quale é la percentuale di possibilitá che quella cosa logica e scontata possa essere utile ad altra persona tanto illogica quanto me????
Ok, mi fermo, sto divagando e pure pericolosamente.
Tutto questo popò (hi hi hi) di discorso per parlare di verdure grigliate.
A chi non piacciono?
Però che palle farle, e quanto tempo, e tu du du da da da.....
E anche metterle su un blog? Ma con che coraggio?
Per dire cosa?
Che io oggi ho fatto un bel vassoio di verdure grigliate in meno di 15 minuti!!!!!!
E no, non uscivano da un sacchetto di surgelati...
Ho fatto un test: le più lunghe e rognose sono le cipolle (io sono sensibilissima al loro liquido, le Cascate del Niagara mi fanno una pippa) e i peperoni.
Queste due verdure sono difficoltose anche perchè spesso si sbrucciacchiano all'esterno e dentro rimangono troppo crude.
I peperoni poi, tagliati a falde, hanno una superficie irregolare che fatica a cuocersi uniformemente.
Soluzione?
Peperoni e cipolle (separatamente) vanno fatti andare per 3/4 minuti nel microonde coperti dalla pellicola apposita: si ammorbidiranno leggermente e una volta passati sulla bistecchiera in un attimo saranno pronti!
Io personalmente ho condito tutto con sale, pepe misto e olio evo, aggiunto alle melanzane il basilico, ai peperoni il prezzemolo e alle cipolle il balsamico.
E con questo mi ritiro in attesa di insulti... :(


Che pollo gente!

Qualche giorno fa mi é stata commissionata una finta torta di compleanno da realizzare in pasta di mais: serve alla scuola materna di mia sorella.
Ad ogni compleanno plaff, tirano fuori l'indistruttibile - speriamo - torta, accendono le candeline, fanno la foto di rito e poi via nell'armadio fino al prossimo compleanno.
Urrá! Penso io ed ho giá mille idee che mi frullano per la testa.
Oggi una cara amica mi commissiona una torta di compleanno per il suo piccolino e dieci scalmanati amichetti: Alleluja! Esulto e prendo a sfogliare i libri di Nigella che di cucina ne saprà anche poco, ma sui dolci é un successo assicurato!
Io mi entusiasmo e ogni sfida mi sembra un gioco divertente.
C'è solo un momento in cui vengo sopraffatta dall'ansia da prestazione: la serata del petto di pollo.
Quel giorno in cui la dolce metá si rende conto che ha saltato troppe volte l'impegno palestra e vuole correre ai ripari ripiegando sul triste pezzo di volatile alla piastra.
Ecco: crisi totale!
Sará che il pollo io lo devo vivisezionare perché deve apparire puro, sará che poi mi tocca lavare tutto a 3.000 gradi celsius, sará che mangiare polistirolo non piace a nessuno....
Ma ieri ho scoperto l'America e, tutto sommato, non era nemmeno grassa!!!!!
Ecco il mio petto di pollo con grande personalitá: attenzione! Sembrano tanti passaggi, ma in realtá si fa nel giro di 29 minuti!
Accortezza: prima si mette a marinare il pollo, meglio é. Minimo una mezz'oretta di marginatura ci vorrebbe però....

Prima di tutto svuoto le zucchine di un po' della parte bianca interna (non troppo, con quello che costano!)
Ho giá messo a marinare i petti di pollo in succo e poca scorza di arancia.




Taglio a cubetti piccoli le zucchine e le faccio trifolate con uno spicchio d'aglio, un filo d'olio, sale e pepe per circa dieci minuti.
Poi le metto in parte e le lascio intiepidire.

Ora a noi due: la maledetta cipolla, che nemmeno con la bocca piena d'acqua sono riuscirà a sconfiggere!
Un pianto sconfinato con effetto mascara Panda......




Taglio sottile la cipolla (qualitá a scelta, meglio però se bianca o bionda.
In padella verso un filo filo d'olio e un cucchiaino di zucchero di canna: lascio sciogliere qualche secondo, aggiungo le cipolle, mescolo bene e lascio caramellare un po'.
Se sono troppo secche aggiungere a scelta ancora olio (attenzione al peso....) o acqua (salutisti, pollice su!) :)
Sfumare alla fine con qualche goccia di salsa di soia se vi piace dare un po' di sapiditâ. Questa è la mia variante.
Ma si può utilizzare anche qualche goccia di balsamico se volete accentuare la "caramellatura" e un gusto leggermente acido.

Frullare ora le zucchine fino a ridurle in puré.
Scolare il pollo dalla marinatura e cuocerlo sulla piastra rovente.
Servire il pollo a fette su crema di zucchine e cipolle caramellare.
E da oggi guarderete mister pollo con occhi del tutto diversi......


lunedì 11 novembre 2013

Confood needed!



Ovvero, ho bisogno di cibo confortante!
Un fine settimana che mi ha letteralmente messo k.o., vuoi che non ho più l'etá (ma pure a 20 anni avevo una resistenza mediocre a certi tipi di nottate), vuoi che l'alcool ha effetti letali su di me, vuoi che l'emozione di comperare tre abitini in un solo colpo dopo decenni di jeans e pantaloni mi ha scosso fin nel profondo...
Insomma ho bisogno di conforto in cucina!
E non soltanto per rimettere un po' in sesto corpo, anima, stomaco, etc, ma anche per consolarmi del fatto che questo week end milanese il senso del gusto non ha ricevuto alcun appagamento: durante il viaggio di andata la solita vino teca ad Affi è stata colpita da black out mentre seduta al tavolo già pregustavo tonno appena scottato con spiedini di verdure...
Morale? Mini sfizio alla mortadella in autogrill, la cosa più triste del mondo.
Per me tutti i panini in autogrill sono tristi: il pane ti resta indigesto per mesi, i salumi sono affettati altezza due centimetri (povera mortazza), farli scaldare poi equivale a percepire un lieve tepore sulla crosta esterna mentre il cuore interno rimane inevitabilmente gelido....
Ecco, lo sfizio di mortadella era anche peggio....
La sera ci siamo lievemente consolati con l'aperitivo standard: un cous cous molto sfizioso, qualche sformatino notevole, insomma mi si é placata la fame di buono, seppur a 10 euro a giro (ricordandomi così perché non ami particolarmente la spocchiosa Milano).
La domenica, dopo la colazione rigorosamente consumata alle 11, mi sono ringalluzzita pensando che in via Casati mi attendeva il fidato My Sushi: balle!
Anche i cinesi milanesi la domenica ti danno il pacco....li mortacc!
Finiamo in una piccola trattoria dove opto per una pizza, unico piatto che ancora a casa non riesco a fare (in attesa della decantata farina Petra).
La pizza era anche decente, il prezzo meno.
Milano va per certi versi, ti permettere di prendere una boccata di vita, osservare viali zeppi di gente tirata e desiderosa di divertimento, ti propone di tutto di più per uno shopping sfrenato, frenetico e letale.
Ma poi te la devi lasciare alle spalle!
Così almeno funziona per me, che oggi cerco consolazione nella mia zuppetta di fagioli....