lunedì 25 novembre 2013

Xmas tarallini!


A questo punto dell'anno cominciano a notarsi, all'interno dei carrelli al supermercato, quintalate di burro, farina, zucchero a velo e aromi per dolci: il tempo delle mastodontiche infornate di biscotti è arrivato!
Qui nella mia regione poi si fa a gara a chi ne fa di più, nel maggior numero di varianti, più impalpabili, più perfetti, con il packaging più creativo.
Perchè oltre che buoni sono spesso un'idea regalo bella e golosa.
E anche io nel mio piccolo la mia infornatina di omini di pan di zenzero la farò, altrimenti che Natale sarebbe?
Ma da quest'anno inauguro la tradizione dei Xmas tarallini: ci vuol pazienza nel formarli e nel processo di cottura, ma una cosa è certa: fatti in casa sono una droga!
E a me i taralli confezionati non sono mai piaciuti!!!
La Piom Production (Piras/Ometto accoppiata vincente = grazie Michela) ha sfornato tarallini alla cipolla, al mix di pepe e all'erba cipollina.
Al prossimo tentativo ho deciso di tentare anche quelli ai pomodori secchi (al naturale, non sott'olio) e alle olive nere,
Per il momento that's it! 


500 grammi farina 00
125 gr olio evo
200 ml vino bianco secco
15 grammi sale
Aromi a scelta
Mescolare farina e  sale, quindi olio e vino.
Lasciar riposare la pasta al fresco per mezz'ora, aggiungere gli aromi scelti.
Formare dei tarallini della dimensione desiderata quindi tuffarli in acqua in ebollizione fino a che non vengono a galla.
Lasciarli riposare per un minuto su un canovaccio, quindi infornarli per mezz'ora a 200 gradi.
Conservarli in una scatola di latta a chiusura ermetica.

giovedì 21 novembre 2013

Angel's food cake per te...


Oggi è il compleanno del mio papi: se ogni giorno la sua assenza é tangibile, oggi é devastante.
Ma si sarebbe aspettato una torta e sono sicura che, per quanto orgoglioso di me, davanti alla mia Angel's food cake avrebbe obiettato che mancano le noci, manca il caffè o almeno un po' di cioccolato!
Non era certo un seguace delle dieta mio padre, anzi!
Ma tra quantitá e qualitá avrebbe comunque optato per la seconda.
E quindi non dubito che apprezzerebbe il risultato di questa celestiale creazione.
Che mi ha edotto su due cose fondamentali: lo stampo specifico per questa torta è una figata (e non è detto che non finirá prima o poi tra i vari gingilli della mia cucina), ma non indispensabile.
Il malefico e quasi introvabile cremor tartaro sicuramente aiuta la fermezza degli albumi - che deve essere marmorea -, ma non è vitale.
Io l'ho sostituito con un cucchiaino di lievito secco, per l'orrore di chi asserisce che nooooo, non si può, non si fa e non si deve.
Insomma alla fine l'esperimento è riuscito e con estrema soddisfazione!
Con olio di gomito (o meglio di sbattitore elettrico) e una snervante attesa (la torta va tirata fuori dallo stampo con grazia e solo quando si è totalmente freddata) sono riuscita nell'impresa.
Impresa che, seppur buona anche gustata in solitaria, ho pensato di accompagnare con una riduzione di marmellata au fichi: da urloooooooooo di Munch!

200 gr di zucchero
105 gr farina
9/10 albumi di uova piccole
5 gr di cremor tartaro (io ho utilizzato un cucchiaino di lievito secco)


Il segreto segretissimo (oh oh oh) è montare gli albumi a neve fermissima!
Davvero si deve fare la prova di capovolgere la ciotola e se non cadono sono ok.
Se cadono sono ...... Censura!
Solo a quel punto si possono iniziare ad aggiungere poco alla volta la farina, lo zucchero e il lievito (o cremor tartaro) setacciati.
Una cucchiaiata alla volta, mescolando dal basso verso l'alto, senza
 mai smontare la spumositá.


Io ho usato lo stampo per il ciambellone in mancanza del l'apposita tortiera.
ATTENZIONE!!!!! Lo stampo non va imburrato, ne infarito, ne oliato, ne coperto con carta forno!!!!


Forno preriscaldato a 180 gradi per 30/40 minuti (dipende dallo stampo).
L'importante è sfornarla quando la superficie è di un bel color nocciola.
Ed è fondamentale farla riposare capovolta (vedi foto sopra) fino a totale raffreddamento!
Poi con l'aiuto di un coltello o una spatola in silicone va staccata con grazia dai bordi e sformata sul piatto.
Spolverati a di zucchero a velo......


E qui è servita con riduzione di fichi (marmellata disciolta in padella con un poco di acqua) ed un kiwi gentilmente fornito dal mio aiuto chef! :P


martedì 19 novembre 2013

Quel tuorlo di Cracco!


Stamattina levataccia per appuntamento prettamente femminile: parrucchiera!
Meno male che per pranzo mi aspettavano gli avanzi di ieri sera che, accompagnati da una bella porzione di riso basmati aromatizzato al cardamomo, hanno soddisfatto pienamente l'appetito.
Ma nel pomeriggio, nonostante il diluvio incessante e le pessime notizie legate alla terra paterna, mi é tornata l'ispirazione.
Dovevo assecondare il desiderio, oramai di parecchi giorni, di sfornare un dolce particolare...
Ma per questo aspetteremo il prossimo post! ;)
Da quell'infornata sono avanzati parecchi tuorli d'uovo e nella mia ricerca online la prima ricetta trovata per riciclare i tuorli - tralasciando la scontata crema pasticcera - é stata quella del famoso tuorlo fritto dello Chef Cracco.
Ora, lungi da me volermi confrontare - sono sicuramente più zuzzurellona e ho un taglio di capelli più fashion - ma potevo mai resistere alla sfida?
Tra l'altro avevo giá pianificato una cena a base di prosciutto crudo con un mini flan di zucchine: questo tuorlo fritto ci azzeccava alla perfezione!
Via allora: prepariamone 4 che tanto in frittura giá sarà un miracolo se me ne riesce uno...
E invece la maledizione di Cracco non mi ha nemmeno sfiorata: 4 su 4!
Alleluja!
Riuscito alla stragrande pure il flan nella versione light, senza uova.
Very proud of me indeed.. <3


Per il flan di zucchine (3 mini flan):
Mezzo porro
2 zucchine medie
100 grammi di ricotta
Parmigiano grattugiato
Pangrattato
Un cucchiaio di latte
Sale e pepe
Far stufare i porri in un filo di olio, aggiungere le zucchine ed eventualmente addizionare un poco di acqua (evitiamo grassi inutili!)
Salare, pepare e mettere da parte a intiepidire.
Amalgamare il formaggio grattugiato e la ricotta, mezza manciata di pangrattato ed eventuale goccio di latte: il composto deve essere morbido.
Inserire nei piccoli stampi oliati e "impanati".
In forno a bagnomaria a 180 gradi per 40 minuti.


Il malefico tuorlo!
In piccole ciotole (o bicchieri di plastica) creare uno strato di pangrattato, adagiare il tuorlo e ricoprirlo.
Il tuorlo così sistemato deve stare in frigo per circa 4 ore..... 
Balle!
Io l'ho lasciato un'ora ed è venuto perfetto ugualmente!
Scaldare bene l'olio per frittura.
Far scivolare il tuorlo su una schiumaiola e immergerlo (con tutta la schiumaiola) nell'olio.
Appena dora, nemmeno mezzo minuto, sollevarlo, far sgocciolare l'eccesso d'olio e servirlo su insalata o spinacini appena sbollentati.






Che cena gente!





lunedì 18 novembre 2013

Avanzi.... di frigo+freezer!

Ci sono giorni in cui mi sveglio e avrei il desiderio di cucinare solo cose dolci: oggi ero combattuta tra biscotti Pan di stelle e la famosa Angel food cake.
Ma se esci da un week end bomba di carboidrati e zuccheri semplicemente non puoi.
Sarebbe sconsigliabile anche solo pensarle certe cose...
La privazione ti rende - culinariamente parlando - scontrosa.
Ti metteresti sul divano a gambe e braccia incrociate e faresti volentieri lo sciopero dei fornelli!
Poi pensi a quella personcina che tornerá a casa sfatta da una giornata di lavoro da urlo, che oramai confida nei tuoi gastro-esperimenti e non puoi, semplicemente non puoi scioperare cazzeggiando davanti alla tele.
Ma un altro ostacolo si insinua tra te e la spinta che sei pronta a darti per metterti ai fornelli e spignattare: i gradi che furoreggiano fuori dal calduccio domestico.
Pochi, troppo pochi per invogliarti ad uscire dalla tuta da casa per infilarti in macchina e recarti a procacciare prelibate libagioni.
Preciso che sono zona pericolo carboidrati e grassi in generale, in particolar modo la sera, altrimenti potrei tranquillamente sbizzarrirmi con pastasciutte celestiali, risotti da 5 stelle Michelin e fritti misti che manco lo chef giapponese più quotato!
Possibile che il frigo o il freezer non mi vengano in aiuto?
Apro lo sportello, rovisto tra scaffali e cassetti ed eccola l'ispirazione: maiale in agrodolce con verdurine miste accompagnato da purea di cavolfiore.
Che dire: bilancia e palato ringraziano!
Verdure fresche giacenti in frigo in attesa di verdetto:
Cipollotto
Carota
Champignon
Finocchio
Peperone rosso+giallo
Cavolfiore lessato al microonde, ripassato in padella con aglio, sale, pepe e succo di limone.
Frullato con acqua bollente e ridotto quindi in purea.

Taglio la lonza di maiale ancora surgelata (sará più succosa e mi permetterá di evitare l'olio), insieme a qualche gamberone sempre surgelato. 

Condimento: salsa di soia, un goccio d'olio di sesamo, peperoncino secco, succo di limone e un abbondante cucchiaio di miele aromatico (nel mio caso ottima melata)

Verdure salvavita direttamente dal freezer: fagiolini, piselli e carciofi!
Green is good! :)

Salto prima le verdure nel work con un filo di olio, poi le sposto e nel loro sughettino salto il maiale con i gamberi.
Rimetto le verdure e irroro tutto con la salsa facendo saltare allegramente il tutto!

Ohhhhh ahhhhhhhhhh! 







venerdì 15 novembre 2013

Brand new chicken!

È il protagonista dei banchi gastronomici e delle rosticcerie: il pollo arrosto fa sempre gola, tanto più se è un'alternativa al solito, super sano petto di pollo alla griglia.
Ma comperalo tu al bancone quel polletto con la pelle rugosa giá dopo dieci minuti dall'uscita dal forno, oppure quando esce dal sacchetto termico dove si é ciucciato tutta l'umiditá e sembra un pezzo di pelle di daino buono solo per asciugare la carrozzeria dell'auto!!!!
Tralasciamo il fatto che la pelle è peccato e non s'ha da magnà,  fatto sta che almeno vederla la voglio vedere e voglio che sia scrocchiante e tentatrice e che sotto riveli una polpa ben cotta, ma succulenta e goduriosa...
Questa è la mia versione, scopiazzata a piene mani da internet, ma totalmente eseguita da moi!
Devo dire che é stata apprezzata dalle voraci fauci del Mister e della nipotastra in trasferta temporanea a casa nostra.
Non poteva esserci pollo senza la di lui dolce metá ossia la patata: considerato che, oltre al Mister, avevo a cena un'altra adolescente, nulla sarebbe stato più appropriato della classica patata fritta: più veloce della classica variante al forno, più godereccia di quella lessa, meno laboriosa di un puré.
Ma il tempo tiranno mi concedeva al massimo una mezz'ora, quindi ho optato per le chips: veloci nel cuocere, meno grasse, tentatrici.....
Nel cesto dell'umido stamattina fanno capolino i resti dilaniati di quel che fu un ruspante polletto...







Marinare il pollo (io l'ho tagliato giá a pezzi per accellerare) in un buon vino rosso per più tempo possibile. Minimo un'ora.
Preparare un intingolo con olio, paprika (dolce o forte a scelta), aglio, sale, pepe, salvia e rosmarino.
Massaggiare il pollo con l'intingolo, posizionarlo in teglia e versare 1 bicchiere di brodo o acqua sul fondo della teglia.
Infornare per 20 minuti - coperto da stagnola - a 180 gradi.
Togliere la stagnola e far andare per altri 20 minuti.a 200 gradi.
Far formare la crosticina al pollo sotto il grill per 5 minuti.

mercoledì 13 novembre 2013

Le vie dell'amore sono infinite!

Ovvero: ma per mangiare sano, leggero, ma in maniera saporita devo fare un fioretto?
Ma noooooo, a meno che non si intenda la disciplina che prevede l'utilizzo di un affilato spadino!
E oggi nella mia cucina sono riuscita a far sbocciare l'amore, ma quello vero eh, tra un anonimo filetto di merluzzo surgelato e delle verdurine che - se le avessi lasciate ancora in frigo - non vedevano l'ora di fare le valigie e migrare verso luoghi meno avversi!
Merluzzo surgelato: la fine della creativitá, la decadenza del gusto, la disperazione dell'esteta....
Ma non scherziamo proprio: ti faccio il restyling merluzzetto mio e do una chance pure a quella carota moscia che mi guarda languidamente dal cestello delle verdure.
Infine riciclo la mezza arancia avanzata dalla macedonia e yogurth serali (a pranzo leoni, a cena.... Yogurth!) e vediamo che ne salta fuori.
Come contorni opto per un cavolfiore lessato - manco a dirlo - nel microonde, dei friggitelli saltati in padella con un po' di salsa di pomodoro.
Ci son scappati anche due pomodori datterini confit, ma erano superflui davanti a messer Merluzzo incarotato!
Allora, cosa ho schiaffato nel cartoccio??

Un filo, ma che sia filo - tanto non ci serve ai fini della cottura - di olio evo nel cartoccio, sale e mix di pepe.
Faccio uno strato con la julienne di carote, sedano e cipollotto.
Adagio una fetta di arancia, il filetto di merluzzo ancora completamente surgelato, sale e qualche pezzetto di peperoncino secco.
Ricopro con la julienne di verdurine miste, salo, pepo, sigillo bene il cartoccio e schiaffo in forno a 180 gradi in una pirofila per circa 15 minuti.
A questo punto aggiungo nella pirofila dell'acqua bollente fino a coprire a metá della loro altezza i cartocci, stando attenta che l'acqua non possa penetrare in essi.
Praticamente li lascio andare ancora una ventina di minuti a bagnomaria, dopodiché spengo il forno e li lascio li al calduccio fino all'ora della pappatoria!

É il caso di sbirciare nel cartoccio se il filetto é ben cotto, eventualmente lasciarlo andare in forno fino a cottura.
Il filetto non secca perché, avendolo utilizzato ancora surgelato e avendolo cotto per la maggior parte del tempo a bagnomaria, se l'é goduta all'interno del cartoccio immerso nel suo brodetto!
Che dire? Io non amo il merluzzo, mi fa tristezza e non amo nemmeno troppo l'utilizzo degli agrumi nelle preparazioni salate.... É arrivata l'ora di ricredermi, l'ultima foto la dice lunga!




martedì 12 novembre 2013

Solo da imparare, ma...

... Ci sono cose che scopri e ti sembrano geniale e ti fa piacere condividere con gli altri.
Tipo quando ho scoperto che le stecche nei colletti delle camicie da uomo vanno rimosse prima di schiaffarle in lavatrice, altrimenti é normale che si pieghino....
Logico?
Io non ci avevo mai pensato! :P
Ad ogni modo, tornando a bomba, ci sono miliardi di cose che si danno per scontate, ma se uno non ha il coraggio di condividerle - per paura di essere preso in giro o additato come lo scopritore dell'acqua calda - quale é la percentuale di possibilitá che quella cosa logica e scontata possa essere utile ad altra persona tanto illogica quanto me????
Ok, mi fermo, sto divagando e pure pericolosamente.
Tutto questo popò (hi hi hi) di discorso per parlare di verdure grigliate.
A chi non piacciono?
Però che palle farle, e quanto tempo, e tu du du da da da.....
E anche metterle su un blog? Ma con che coraggio?
Per dire cosa?
Che io oggi ho fatto un bel vassoio di verdure grigliate in meno di 15 minuti!!!!!!
E no, non uscivano da un sacchetto di surgelati...
Ho fatto un test: le più lunghe e rognose sono le cipolle (io sono sensibilissima al loro liquido, le Cascate del Niagara mi fanno una pippa) e i peperoni.
Queste due verdure sono difficoltose anche perchè spesso si sbrucciacchiano all'esterno e dentro rimangono troppo crude.
I peperoni poi, tagliati a falde, hanno una superficie irregolare che fatica a cuocersi uniformemente.
Soluzione?
Peperoni e cipolle (separatamente) vanno fatti andare per 3/4 minuti nel microonde coperti dalla pellicola apposita: si ammorbidiranno leggermente e una volta passati sulla bistecchiera in un attimo saranno pronti!
Io personalmente ho condito tutto con sale, pepe misto e olio evo, aggiunto alle melanzane il basilico, ai peperoni il prezzemolo e alle cipolle il balsamico.
E con questo mi ritiro in attesa di insulti... :(


Che pollo gente!

Qualche giorno fa mi é stata commissionata una finta torta di compleanno da realizzare in pasta di mais: serve alla scuola materna di mia sorella.
Ad ogni compleanno plaff, tirano fuori l'indistruttibile - speriamo - torta, accendono le candeline, fanno la foto di rito e poi via nell'armadio fino al prossimo compleanno.
Urrá! Penso io ed ho giá mille idee che mi frullano per la testa.
Oggi una cara amica mi commissiona una torta di compleanno per il suo piccolino e dieci scalmanati amichetti: Alleluja! Esulto e prendo a sfogliare i libri di Nigella che di cucina ne saprà anche poco, ma sui dolci é un successo assicurato!
Io mi entusiasmo e ogni sfida mi sembra un gioco divertente.
C'è solo un momento in cui vengo sopraffatta dall'ansia da prestazione: la serata del petto di pollo.
Quel giorno in cui la dolce metá si rende conto che ha saltato troppe volte l'impegno palestra e vuole correre ai ripari ripiegando sul triste pezzo di volatile alla piastra.
Ecco: crisi totale!
Sará che il pollo io lo devo vivisezionare perché deve apparire puro, sará che poi mi tocca lavare tutto a 3.000 gradi celsius, sará che mangiare polistirolo non piace a nessuno....
Ma ieri ho scoperto l'America e, tutto sommato, non era nemmeno grassa!!!!!
Ecco il mio petto di pollo con grande personalitá: attenzione! Sembrano tanti passaggi, ma in realtá si fa nel giro di 29 minuti!
Accortezza: prima si mette a marinare il pollo, meglio é. Minimo una mezz'oretta di marginatura ci vorrebbe però....

Prima di tutto svuoto le zucchine di un po' della parte bianca interna (non troppo, con quello che costano!)
Ho giá messo a marinare i petti di pollo in succo e poca scorza di arancia.




Taglio a cubetti piccoli le zucchine e le faccio trifolate con uno spicchio d'aglio, un filo d'olio, sale e pepe per circa dieci minuti.
Poi le metto in parte e le lascio intiepidire.

Ora a noi due: la maledetta cipolla, che nemmeno con la bocca piena d'acqua sono riuscirà a sconfiggere!
Un pianto sconfinato con effetto mascara Panda......




Taglio sottile la cipolla (qualitá a scelta, meglio però se bianca o bionda.
In padella verso un filo filo d'olio e un cucchiaino di zucchero di canna: lascio sciogliere qualche secondo, aggiungo le cipolle, mescolo bene e lascio caramellare un po'.
Se sono troppo secche aggiungere a scelta ancora olio (attenzione al peso....) o acqua (salutisti, pollice su!) :)
Sfumare alla fine con qualche goccia di salsa di soia se vi piace dare un po' di sapiditâ. Questa è la mia variante.
Ma si può utilizzare anche qualche goccia di balsamico se volete accentuare la "caramellatura" e un gusto leggermente acido.

Frullare ora le zucchine fino a ridurle in puré.
Scolare il pollo dalla marinatura e cuocerlo sulla piastra rovente.
Servire il pollo a fette su crema di zucchine e cipolle caramellare.
E da oggi guarderete mister pollo con occhi del tutto diversi......


lunedì 11 novembre 2013

Confood needed!



Ovvero, ho bisogno di cibo confortante!
Un fine settimana che mi ha letteralmente messo k.o., vuoi che non ho più l'etá (ma pure a 20 anni avevo una resistenza mediocre a certi tipi di nottate), vuoi che l'alcool ha effetti letali su di me, vuoi che l'emozione di comperare tre abitini in un solo colpo dopo decenni di jeans e pantaloni mi ha scosso fin nel profondo...
Insomma ho bisogno di conforto in cucina!
E non soltanto per rimettere un po' in sesto corpo, anima, stomaco, etc, ma anche per consolarmi del fatto che questo week end milanese il senso del gusto non ha ricevuto alcun appagamento: durante il viaggio di andata la solita vino teca ad Affi è stata colpita da black out mentre seduta al tavolo già pregustavo tonno appena scottato con spiedini di verdure...
Morale? Mini sfizio alla mortadella in autogrill, la cosa più triste del mondo.
Per me tutti i panini in autogrill sono tristi: il pane ti resta indigesto per mesi, i salumi sono affettati altezza due centimetri (povera mortazza), farli scaldare poi equivale a percepire un lieve tepore sulla crosta esterna mentre il cuore interno rimane inevitabilmente gelido....
Ecco, lo sfizio di mortadella era anche peggio....
La sera ci siamo lievemente consolati con l'aperitivo standard: un cous cous molto sfizioso, qualche sformatino notevole, insomma mi si é placata la fame di buono, seppur a 10 euro a giro (ricordandomi così perché non ami particolarmente la spocchiosa Milano).
La domenica, dopo la colazione rigorosamente consumata alle 11, mi sono ringalluzzita pensando che in via Casati mi attendeva il fidato My Sushi: balle!
Anche i cinesi milanesi la domenica ti danno il pacco....li mortacc!
Finiamo in una piccola trattoria dove opto per una pizza, unico piatto che ancora a casa non riesco a fare (in attesa della decantata farina Petra).
La pizza era anche decente, il prezzo meno.
Milano va per certi versi, ti permettere di prendere una boccata di vita, osservare viali zeppi di gente tirata e desiderosa di divertimento, ti propone di tutto di più per uno shopping sfrenato, frenetico e letale.
Ma poi te la devi lasciare alle spalle!
Così almeno funziona per me, che oggi cerco consolazione nella mia zuppetta di fagioli....





A volte la leggerezza vince!



Come avrai capito quello che cucino é dettato fondamentalmente dai miei stati d'animo: se sono giù il mostro di cioccolata è d'obbligo, se ho voglia di coccole un filetto ammantato di pasta sfoglia si rivela vincente e così via...
Oggi c'era bisogno di leggerezza, mentale e culinaria.
Quella mentale spesso è ardua: periodacci, lavoro, affetti... Insomma non è facile questa vita talvolta.
Ma in cucina si risolve con  meno sforzo, quindi oggi pranzo con involtini di romana.
No, no, no, niente di insipido e triste, tutt'altro!
Ma veloci, belli da vedere che ti dispiace quasi sfagottarli per fagogitarli voracemente.
Eppure nel giro di dieci minuti la teglia piangeva svuotata dei preziosi pargoli...sob...
Eccoli, rapidissimi!





Per ogni involtino utilizzo due foglie di romana sbollentate per pochi secondi in acqua bollente salata.
Lascio riposare le foglie, private della parte finale del gambo, su un canovaccio di cotone.
Nel mixer trito tre fette di fesa di suino magrissima, qualche oliva taggiasca, il tuorlo di un uovo, poco pangrattato, sale e pepe.
Con l'impasto creo una polpetta allungata dove infilo qualche pezzetto di formaggio tipo fontina o scamorza, a piacere ( o meglio, quello che il frigo offre...)
Appoggio sulle due foglie di romana leggermente sovrapposte, arrotolo e lego con lo spago da cucina. Nota bene: lo spago é evitabile, ma l'effetto era troppo bellino!
Piazzo i fagotti sulla carta da forno in teglia, spennello con pochissimo olio e infilo in forno a 180 gradi per 10 minuti. Aggiungo poi sul fondo della teglia una tazzina da caffè d'acqua calda dove ho sciolto un cucchiaino di brodo granulare vegetale.
Ora di nuovo in forno per altri 10 minuti, dopodiché spengo il forno, copro con la stagnola e lascio riposare li al calduccio fino all'ora del rancio!
D'accompagnamento pomodoro gratinato, fatto in 5 minuti di orologio....

venerdì 8 novembre 2013

Un raviolo aperto é una metafora...

Stamattina sveglia con mal di testa cronico: senza pietá, senza mezze misure.
Il sogno di cimentarmi con il mio raviolo aperto "La dove nuotano mazzancolle e totanelli" sempre più lontano e nebuloso, inafferrabile galleggiava tra lo stordimento causato dal primo Moment Act della giornata (ore 7.30, praticamente l'alba....).
Pensavo a lui ardentemente, ai suoi strati di pasta fresca fatta in casa, al suo ripieno profumato, al brodetto saporito: volevo un raviolo aperto quindi ho buttato in parte le coperte ed ho aperto la mente!
Improvvisamente il mal di testa é scomparso e.... mi son ritrovata con il fondoschiena di Jennifer Lopez!
Ecco, capito no?
 Il mal di testa me lo porterò avanti tutto il giorno, prima lezione di scrittura creativa compresa, però il raviolo aperto l'ho fatto ed è venuto pure superlativo.
Seppur con la cervicale ululante, devo dire che impastare e tirare a matterello come una forzuta sfoglina mi ha riempito di orgoglio.
In più con la pasta avanzata farò un figurone preparando una zuppa di fagioli da omaggiare alla regina madre (mia ovviamente, ma l'altra non dispero di rivederla presto in terra inglese).
Ecco il pargolo emicranico, sotto indicazioni per la realizzazione:

Pasta fresca: 200 gr farina, 2 uova, pizzico di sale, goccio d'acqua tiepida 


Brodetto fatto con teste e carapaci delle mazzancolle, alette dei totani, sedano, carota e sale.
Dopo aver lessato le sfoglie in acqua bollente, sale e un goccio di olio, le ho lasciate riposare in questo brodetto ben filtrato, in modo che si insaporissero ulteriormente!


Ripieno sugoso realizzato schiaffando in padella:
Filo d'olio
Aglio
Capperi (pochi)
Olive nere al forno
Pomodori datterini
Basilico e peperoncino
Totani
Mazzancolle
Vino bianco per sfumare
Sale e pepe
Tirato i rettangoli di sfoglia sottili sottili...


Et voilá! Una volta assemblato (strato di sugo al pesce più qualche cuore di carciofo -surgelato - saltato in padella con olio e aglio) lo ho lasciato insaporire in forno tiepido coperto con stagnola.
E nel pomeriggio mi sa che mi tocca..... O la rimando a domani sta zuppetta?????

mercoledì 6 novembre 2013

A quest'ora notturna... Confidenzialmente...

Ci sono momenti nella vita in cui senti la necessitá di fermarti, guardarti intorno, chiederti cosa stai facendo e se ti piace - soprattutto - quello che stai facendo.
Ci sono momenti in cui le perdite serie, dolorose, pesanti, ti piombano addosso a discapito di tutti i sorrisi che ti sei imposta di elargire, di tutta l'autoironia con cui ti sei voluta proteggere, di tutto.
Ci sono strappi, come quello che ho dato ad un lavoro che svolgevo da più di 14 anni e che non mi dava più nulla di positivo... Ma era pur sempre un lavoro che facevo bene, con un ottimo stipendio che in questo periodo é una pazzia gettare al vento!
Ti trovi davanti a bivi confusi, davanti ai quali é difficile scegliere. O peggio: davanti ai quali non c'è nemmeno possibilitá di scelta.
A me é cresciuta dentro una gran voglia di costruire, ma cosa?
Ho provato anche a costruire un piccolo scenario ideale, pieno di cuori, pois e le amate righe: tutto di morbido feltro di lana e campanelli dorati e bimbi felici.
Ma non bastava, avevo bisogno di costruire, costruire, costruire.
E poi è arrivata l'idea di questo blog: uno tra miliardi, con nulla di originale se non me e le parole che viaggiano nella mia testa e metto come ingredienti su queste pagine virtuali, sperando che la mia ricetta possa piacere a qualcuno, possa ispirare, possa strappare un sorriso.
Un po' come quando cucino: alla fine, quando il piatto é in tavola, bello e profumato, non é tanto il piacere di affondare la forchetta e assaporare, quanto l'aspettativa che si crea mentre aspetto l'espressione del viso di chi si trova a condividere quel piatto con me a rendermi felice.
E quando quell'espressione corrisponde a quella che tanto avevo sperato, beh gente, é come aver costruito il mondo per me!
Quindi eccomi qui, sorpresa, innamorata di tutti questi "mi piace" arrivati inaspettati come regali di Natale a Ferragosto, a costruire il mio personale mondo perfetto.
Grazie a tutti per la fiducia, gli apprezzamenti e l'affetto: duri quel che deve, sará stata una rigenerante avventura! <3



A volte é si, a volte é no: stavolta é absolutely yes!



E filetto alla Wellington sia!
Ho temuto fino all'ultimo che alla prova taglio mi apparisse un cuore arido, tipo crisalide, e invece ecco apparire una rosata fetta di carnazza. Oh my God, I got it!
Nemmeno troppa spesa per una massima resa, però ammetto che i funghi non erano comperati: frutto di un pomeriggio nel bosco sfacciatamente fortunato e proficuo dal quale tornai carica di un chiletto scarso di piccole, tenere e gustose finferle.
Ero talmente emozionata per questo piatto che ho fatto un sacco di scatti ed ho pure sfoderato la mia immacolata tovaglia di lino bianco (vedasi tovagliette di bambù sottopiatto per scansare il pericolo goccia ribelle...).
Posso dire che nonostante la minaccia "macchia" incombesse sulla nostra pausa pranzo, questo piatto é stato un paradisiaco viaggio nel mondo del gusto.




Nigella é una garanzia: soprattutto di aumento peso!



Lo ammetto: nonostante il successo delle ricette di Nigella Lawson dipenda soprattutto dalle quintalate di burro e zucchero contenute nelle sue ricette, io la adoro!
Ed il fatto che tanto utilizzo di burro la renda giustamente burrosa me la fa piacere ancora di più...
Su altri tipi di ricette non confido molto, ma per i dolci é garanzia di successo al 1000 per 1000.
Nel tempo ho sperimentato diverse versioni, ma la sua ricetta per realizzare i cupcakes é infallibile, come anche quella per il mattone cioccolatoso che ho realizzato ieri.
Peccato non avesse specificato il volume del contenitore, infatti a metá cottura l'impasto ha cominciato a straripare dallo stampo stile Blob -il fluido che uccide :0
Ma il risultato gente, unico e irresistibile: un mattone di cioccolato dal cuore soffice, umido, godurioso...
Posto la foto, a disposizione per fornire la veloce e semplice ricetta per realizzarlo!



Ecco cosa ho "schiaffato" nella teglia:
225 gr di burro morbido
350 gr zucchero muscovado
2 uova grandi sbattute
1cucchiaio di estratto di vaniglia
100 gr cioccolato fondente fuso (di ottima qualitá)
200 gr farina
1cucchiaino di bicarbonato
250 ml di acqua bollente
Stampo per plum cake 23x13x7

Riscaldare il forno a 190 gradi.
Rivestire lo stampo con carta forno
Lavorare a crema il burro e lo zucchero, unire le uova e la vaniglia.
Incorporare il cioccolato fuso intiepidito, amalgamare bene senza lavorare troppo: non deve incorporare troppa aria.
Unire un cucchiaio alla volta la farina setacciata con il bicarbonato, alternando all'acqua bollente.
Il composto risulta piuttosto liquido: va benissimo!
Versare nello stampo e infornare per 30 minuti a 190 gradi, poi per altri 15 minuti abbassando la temperatura a 170 gradi.
L'interno del dolce rimane morbido e umido: é questa la sua forza (e la capacitá di creare dipendenza...)
Lasciar freddare e cospargere con poco zucchero a velo (non infieriamo, ne contiene giá parecchio!)
Il giorno dopo é doppiamente migliore, il giorno dopo ancora triplamente migliore...
Io ammetto di averlo smangiucchiato ancora tiepido e ho avuto i miraggi estatici, però non s'ha da fare!


martedì 5 novembre 2013

L'importante è partire, anche se da un falsissimo tarte tatin....


Dovevo partire, si trattava solo di capire da dove e come.
Il dove me lo ha ispirato l'estetica - uno stupendo tarte tatin ai pomodori spadellato dalla filiforme Lorraine Pascale - e il come me lo ha ordinato lo stomaco.
E visto che alle 20:00 non avevo ne il tempo ne la volontà di improvvisarmi fornaia e produrre una fantastica pasta sfoglia, ho fatto di necessità virtù ed ho portato alla luce della ribalta messer OVO.
Ed ecco la mia favolosa, falsissima, tarte tatin ai pomodori e basilico.
Potrei anche fingere che ci sia voluto molto, ma come dice mia sorella dall'alto della sua saggezza e dal basso del suo metro e (omissis), a volte "schiaffi tutto in pentola e preghi".
E quelle sono le volte che ti aspetti poco, niente e ti ritrovi con un piatto veloce, bello e gustoso che si merita pure 12 Like e 11 commenti su FB!

Per chi non ha tempo da perdere, ha fame e voglia di qualcosa che allieti vista e palato, ecco cosa ho "schiaffato in padella":
Cipollotto fatto soffriggere con un filo d'olio, pomodorini pachino tagliati a metá è disposti con la schiena all'ingiù - tipo coccinelle schienate per intenderci! - sale, pepe e un filo di miele.
5 minuti in padella, ho ricoperto con 4 uova sbattute con sale e pepe, un goccio di latte e qualche foglia di basilico.
In forno a 180 gradi fino a che si solidifica (10 minuti).
And that's all folks!